Missioni Consolata - Marzo 2014

MARZO 2014 MC 17 MC ARTICOLI degli emigranti polacchi defini- tivi e il 5,7% di quelli temporanei scelsero l’Italia come paese di arrivo. La caduta del muro di Berlino ha dato il via alla seconda fase del- l’emigrazione polacca in gene- rale, e dei flussi verso l’Italia in particolare: questi flussi non erano più motivati da ragioni politiche bensì economiche. Aprendosi all’economia di mer- cato la Polonia aveva, infatti, as- sistito a un aumento del costo della vita e contemporanea- mente della disoccupazione. Motivi che hanno portato, non solo in Polonia, ma anche negli altri paesi del blocco ex comuni- sta, a un esodo di massa, di per- sone tra l’altro con livelli d’istru- zione molto diversi tra loro e molto spesso notevolmente più bassi di quelli dei precedenti emigranti. Nel 2006, nonostante l’ingresso nell’Unione Europea, il paese aveva ancora seri pro- blemi occupazionali, con un tasso di disoccupazione del 17,7%, ritrovandosi inoltre al 24° posto fra tutti i membri del- l’Ue a 25 per Pil procapite. L’ingresso della Polonia nell’U- nione europea ha portato sia a un perdurare delle migrazioni per lavoro, facilitate appunto dalla libera circolazione dentro l’area Schengen, sia a una mas- siccia emigrazione o, per meglio dire, circolazione di giovani desi- derosi di studiare all’estero, di realizzare esperienze di studio e lavoro non per forza per rima- nere stabilmente in Italia, ma neanche per far ritorno stabil- mente in Polonia: quello che ne- gativamente viene definito «fuga dei cervelli» ma che può anche essere valutato positiva- mente come lo sviluppo di un flusso di giovani, realmente eu- ropei, cosmopoliti, tesi verso orizzonti più ampi. ...a paese d’immigrazione? Da quando la Polonia è entrata nell’Unione europea nel 2004, però, anche l’immigrazione e le richieste di cittadinanza da parte di stranieri sono aumen- tate, non solo per ragioni di con- venienza, ma anche perché il paese è apparso, soprattutto nel corso degli ultimi anni, sempre più dinamico e in rapido svi- luppo. Da questo punto di vista, la situazione polacca ha molti tratti di somiglianza con quella italiana di fine anni Settanta poi- ché, pur perdurando una forte emigrazione, i flussi in entrata cominciano a diventare sempre più significativi. Dopo la seconda guerra mondiale e fino all’in- gresso del paese nell’Unione eu- ropea, infatti, i flussi di ingresso sono rimasti molto bassi, in me- dia tra i 1.500 e i 3.000 ingressi annuali. Con la caduta del muro di Berlino le cose hanno comin- ciato a cambiare facendo regi- strare nel 1989 l’arrivo di 4.124 immigrati, mentre nel 2001 il loro numero era quasi raddop- piato, raggiungendo le 7.740 persone (Caritas Migrantes 2006). A febbraio 2013 il nu- mero degli immigrati, prove- nienti prevalentemente da al- cuni paesi ex sovietici, tra i quali Ucraina, Russia, Georgia e Bielo- inaugurata con l’ingresso della Polonia nell’Unione europea nel 2004. Prima della caduta del muro di Berlino, la maggior parte delle emigrazioni era a carattere poli- tico-ideologico, per fuggire al re- gime comunista. Spesso l’Italia era solo una terra di passaggio verso i più ambiti Stati Uniti. Certamente l’elezione a papa di Karol Wojtyla ha valorizzato l’I- talia come sbocco per l’emigra- zione, non solo politica, ma an- che religiosa. Inoltre nei primi anni Ottanta la Polonia fu col- pita da una profonda crisi eco- nomica, nel paese venne pro- mulgata la legge marziale e il sindacato Solidarnosc fu messo al bando. Questo favorì una nuova predisposizione positiva e sentimenti di accoglienza nei confronti dei migranti polacchi da parte dei paesi non apparte- nenti al blocco comunista. In quel periodo migrarono soprat- tutto intellettuali, docenti uni- versitari, medici e ingegneri. Se- condo dati ufficiali di fonte po- lacca riportati da uno studio del 2006, Polonia. Nuovo paese di frontiera. Da mi- granti a comunitari , di Caritas Italiana, nel corso degli anni 1981- 1989 il 3,7% del totale

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