Missioni Consolata - Marzo 2014

MC ARTICOLI MARZO 2014 MC 15 # Veduta di Nairobi. Un rapporto del 2013 dell’ Economic Intelligence Unit della rivista The Economist piazza la capitale del Kenya tra le cinque più competitive città africane per quanto riguarda la crescita economica. Migliore anche di Lagos, capitale della Nigeria. un progresso economico senza precedenti. Inoltre, sempre se- condo le stime del Fondo mone- tario internazionale, nell’arco di tempo che va dal 2013 al 2016 l’Africa potrà accogliere il 30% degli investimenti mondiali. Le previsioni della Banca mondiale Le analisi effettuate dalla Banca mondiale confermerebbero che a medio termine le prospettive di crescita in alcune aree dell’Africa rimarranno salde e saranno rinvi- gorite e sostenute da un’econo- mia mondiale in graduale miglio- ramento. Secondo altri rapporti internazionali, nel 2012 circa un quarto dei paesi africani è cre- sciuto del 7%, mentre stati come Sierra Leone, Niger, Costa d’Avo- rio, Burkina Faso, Ruanda, Liberia ed Etiopia hanno evidenziato un fenomeno impressionante: la più rapida crescita al mondo. Le pre- visioni in materia d’investimenti fanno pensare che, con i prezzi delle materie prime costante- mente elevati, gli utili e gli incre- menti in infrastrutture regionali risulteranno maggiori con relativa crescita del commercio e del busi- ness . Quest’ipotesi di crescita è perlomeno verosimile, tanto più se si pensa che da un punto di vi- sta energetico l’Africa possiede il 10% delle riserve mondiali di pe- trolio e l’8% di quelle di gas. La Banca mondiale, inoltre, in base alle indagini effettuate in loco, ri- tiene che ad attestare un futuro positivo di crescita per le econo- mie africane ci siano i seguenti fattori: la ricchezza mineraria e la crescita del consumo interno, senza contare l’aumento degli in- vestimenti privati. In effetti, le re- centi scoperte di petrolio, gas na- turale, rame e altri minerali stra- tegici, l’apertura e l’espansione di nuove miniere in Mozambico, Ni- ger, Sierra Leone e Zambia, lad- dove sono accompagnate da una efficace governance politica ed economica, stanno favorendo una solida crescita economica in tutto il continente. È opinione an- cora della Banca mondiale che, date le notevoli quantità di nuove entrate derivanti dai minerali che si configureranno in tutta la re- gione, i paesi africani ricchi di ri- sorse dovranno investire con at- tenzione e con scrupolosità que- sti guadagni per migliorare le condizioni sanitarie, l’istruzione e l’occupazione, ottimizzando così le prospettive di sviluppo anche per le popolazioni locali. Inoltre, sempre secondo stime della stessa Banca la popolazione gio- vanile dell’Africa risulterà essere la più grande forza lavoro al mondo, sorpassando la Cina en- tro il 2030 e l’India entro il 2040. Telefonia mobile ed esportazioni Un progresso sostanziale si regi- stra anche nel campo della telefo- nia mobile: essendo assente la te- lefonia fissa, sarà possibile il boom dell’ Information and Com- munication Technology . La telefo- nia mobile al momento serve 700 milioni di utenti su una popola- zione che supera il miliardo di persone. In questo settore speci- fico delle telecomunicazioni, l’A- frica risulta il secondo mercato in più rapida espansione al mondo (il primo è l’Asia). Altre notizie in- coraggianti provengono dal ramo delle esportazioni verso l’Africa. Nei primi mesi del 2013 si è visto crescere in modo forte l’esporta- zione verso i mercati subsahariani di macchine e attrezzature per costruzioni. Infatti, mentre nel 2012 essa rappresentava il 6% del mercato mondiale di quel set- tore, ora invece rappresenta il 26%, e sono più che raddoppiate le macchine esportate in Suda- frica (110%). Questo dato positivo, va bilan- ciato con quello negativo circa le macchine e attrezzature per il movimento a terra (-22%) e quelle stradali (-4,9%) - che può significare meno strade -; mentre la crescita delle esportazioni mondiali verso l’Africa di gru a torre e di macchine perforatrici, rispettivamente del 18,2% e del 7,6%, può indicare un aumento delle attività estrattive e minera- rie con il risvolto positivo delle maggiori entrate economiche e quello negativo del loro impatto sull’ambiente. Le contraddizioni dell’economia Nonostante queste notizie molto confortanti e incoraggianti che auspicano la ripresa economica dell’Africa, non si nasconde che nelle pieghe dello sviluppo eco- nomico e finanziario si insinuano le identiche contraddizioni che caratterizzano il capitalismo fi- nanziario occidentale, in quanto all’aumento del Pil corrisponde quasi sempre una ingiusta distri- buzione delle risorse. È il motivo per cui i vescovi africani nel mes- saggio conclusivo della riunione del coordinamento Giustizia e pace del Secam (Simposio delle Conferenze Episcopali di Africa e Madagascar), svoltosi a Bujum- bura, in Burundi, nel novembre 2013, hanno lanciato il grido «No alla miseria». Nel testo i vescovi elencano chiaramente le cause della miseria in Africa e Madaga- scar, esprimendo un «netto ri- fiuto dello sfruttamento dei più poveri e dei più deboli, della ridu- zione in schiavitù, del traffico dei nostri bambini e dei loro organi». Denunciano inoltre «l’insicurezza crescente in alcuni paesi e regioni del continente», ricordando «le violenze e le vessazioni criminali in Centrafrica, i conflitti ricorrenti nella Repubblica Democratica del Congo, il fanatismo e l’estremi- smo religioso in Nigeria, Mali, Egitto, Somalia, Kenya e Tanza- nia». L’obiettivo è dunque quello di porre fine allo «sfruttamento ingiusto delle nostre risorse natu- rali, con l’industria mineraria che provoca conflitti violenti e crimi- nali». L’auspicio, invece, è che «gli Stati africani abbiano il corag- gio di scrivere e votare delle leggi che proteggano le rispettive ri- sorse naturali», in modo da rea- lizzare un «buon governo», che escluda «tutte le forme di corru- zione e cattiva gestione». Giampietro Casiraghi

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