Missioni Consolata - Marzo 2014
MARZO 2014 MC 13 famiglie composte da un marito coreano, solitamente proveniente dalla campagna, o da un povero, o handi- cappato della città, e da una moglie proveniente da paesi come Cambogia, Vietnam, Mongolia, Filippine, Cina, che vuole sfuggire la povertà o semplicemente non ha altri mezzi al di là di questo per aiutare la famiglia. Per questo motivo oltre ai centri di ascolto ci sono case rifugio per donne in difficoltà, vittime di violenza dome- stica: poiché una gran parte di queste unioni sono pro- blematiche. Uno dei grandi problemi è l’integrazione nella società dei bambini di queste famiglie miste. Sic- come dalle madri non possono imparare bene il coreano, e siccome sono diversi di aspetto dai coetanei, trovano difficoltà a integrarsi nella scuola con gli altri bambini perché questi li ostracizzano. Anche in tali casi le reli- giose intervengono con una rete di piccoli doposcuola per i bambini e di centri di assistenza per le mamme. Bi- sogna dire che anche il governo è cosciente della situa- zione e sta facendo il possibile con campagne di sensibi- lizzazione perché i figli di coppie miste siano accettati come coreani al 100 per 100. Fino a 20 anni fa il ritor- nello era: «Noi coreani siamo una razza pura». Ma da 20 anni la natalità è crollata a livelli più bassi di quelli ita- liani e ci si prepara a un grande invecchiamento e dimi- nuzione della popolazione. Gian Paolo Lamberto O rmai ogni diocesi ha il suo incaricato della pasto- rale migranti e c’è una rete di centri di ascolto, con molti volontari anche non cristiani, nei quali i mi- granti vanno a cercare aiuto per salari non pagati, pro- blemi medici e legali, scuole di lingua e cultura. Spesso cercano solo un posto in cui trovarsi insieme tra loro, mangiare i loro cibi tradizionali e sentire il calore della patria lontana. Tutti mandano soldi alla famiglia, per co- struire una casa, mandare i figli a scuola o semplice- mente mantenerla. Vivono in condizioni a volte disu- mane (ci sono casi di stranieri che vivono in containers , gelidi d’inverno e torridi d’estate) e fanno gl’infami lavori delle 3 D, dirty, difficult and dangerous , ossia sporchi, difficili e pericolosi, che ormai i coreani non vogliono più fare. Qui la messa non è solo un motivo di aggregazione, ma un vero momento di speranza, dove si ricaricano le forze nel Signore per andare avanti un’altra settimana. La no- stra messa è alle tre del pomeriggio perché molti dei no- stri fedeli lavorano di notte e noi cerchiamo di adeguarci ai loro bisogni. A me piace guardare i loro volti quando cantiamo il Padre nostro: si vede proprio la partecipa- zione del cuore. E sapete cosa è simpatico: alcuni dei no- stri leaders più fedeli sono ex seminaristi! Nel nuovo panorama sociale da un po’ di anni c’è il feno- meno delle famiglie multi culturali. Si parla di 260mila MC ARTICOLI gli immigrati per i documenti. La donna delle pulizie della nostra parrocchia fa sempre trovare il caffè pronto per tutti. Una suora tiene la mano a una mamma etiope all’ospedale: alcune cose non si possono comunicare a pa- role, ma quella mamma ci ha fatto capire che si è sentita tanto aiutata e compresa. Noi siamo piccoli, ma questa Per andare avanti un’altra settimana rete d’amore che si è creata fa meraviglie! Abbiamo anche altri sogni, ma ve li faremo sapere l’anno pros- simo. Per ora ci limitiamo al coro della messa, per cui abbiamo com- prato una batteria elettronica... sperando che non ci arrestino il batterista! Gian Paolo Lamberto
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