Missioni Consolata - Gennaio/Febbraio 2014

GENNAIO-FEBBRAIO 2014 amico 79 AMICO.RIVISTAMISSIONICONSOLATA.IT Quando sono arrivato a Gambo 18 anni fa , lei era già lì. È emerso che se nel villaggio in cui il fi- glio viveva fossero venuti a sapere che aveva una mamma lebbrosa, lui non avrebbe avuto modo di formare una famiglia. In seguito mi è stato detto che erano venuti altre volte a trovare la donna, ma sempre in visite veloci. La lebbra è una malattia che fa ancora paura. Ma più al di fuori della nostra zona. Nella nostra zona sono tutti mescolati. Come anche ad Addis Abeba. Il nostro è il centro di riferimento per tutto il Sud dell’Etiopia. Un lebbroso può guarire. La zona di pelle lesio- nata, però, quando guarisce rimane insensibile. E succede spesso che il lebbroso torni a ferirsi. C’è gente che è lì da noi anche da due, tre anni. Luca Lorusso La lebbra... che fa paura di Luca Lorusso Quando diverse famiglie mis- sionarie e organizzazioni si passano il testimone della cura dei lebbrosi. Un piccolo assaggio della storia dell’ospedale di Gambo per gli amici di amico . © Af MC Caro padre Renzo, ci puoi descrivere la zona di Gambo? Da quanto tempo l’Imc si trova lì. Come mai è stata scelta proprio quella zona? La zona era stata affidata nel 1922 ai cappuccini, che hanno costruito un lebbrosario, divenuto, poco per volta, un ospedale rurale. I missionari della Consolata sono arrivati lì verso il 1970. Quando l’ospedale è entrato in carico all’Istituto nel 1984, noi lì avevamo già la parrocchia. Nel tempo, attorno all’ospedale, è cresciuto un centro abitato. Piccolo, perché non c’è terreno. La missione possiede una quarantina di ettari dove c’è l’ospedale, la fattoria e la parrocchia. Nella zona c’è il villaggio dei lebbrosi, le case degli operai, e un altro villaggio abusivo in cui vi- vono lebbrosi e non. La lebbra a noi occidentali sembra una malat- tia antica e debellata. Ce la descrivi? Che conseguenze porta alla vita dei malati e delle loro famiglie? Oggi i lebbrosi vengono emarginati di meno ri- spetto una volta. Però accade ancora. Ricordo un episodio di 6 mesi fa a Gambo. C’è una casa con diverse stanzette in cui vivono donne lebbrose che hanno bisogno di tutto. Ognuna di esse ha una persona che la guarda giorno e notte. Erano otto. Due di loro sono mancate ultima- mente. Una delle due era ortodossa. Due giorni dopo il funerale è arri- vato da me il responsabile del re- parto con tre persone: un fra- tello della donna morta, un fi- glio, e la moglie del figlio. Io non avevo mai saputo che quella donna avesse fami- gliari.

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