Missioni Consolata - Gennaio/Febbraio 2014
DAI LETTORI Cari mission@ri GENNAIO-FEBBRAIO 2014 MC 5 DUE EURO PER IL MARE Leggendo il pregevole arti- colo di Paolo Bertezzolo ( M.C. n.11/2013, p.68-71 ) sulla nuova moneta da 2€ dedicata ai Santi Cirillo e Metodio, ho pensato che quello scoppiato tra Francia e Slovacchia non è solo un contrasto tra due modi di- versi di intendere il rappor- to tra politica e religione. Nel IX secolo Cirillo e Me- todio furono dei formida- bili evangelizzatori, media- tori e unificatori che cerca- rono, riuscendoci, di prendere il meglio di ogni tradizione, lingua e cultu- ra. Lavorarono sodo per a- malgamare germanici e la- tini, cristiani d’Oriente e d’Occidente, genti slave del Nord e del Sud, popoli delle grandi selve e popoli a vocazione marinara. Die- dero un alfabeto e una scrittura agli Slavi tradu- cendo in una lingua nuova Bibbia e Liturgia Cattolica, difesero il loro metodo di evangelizzazione dalle vel- leità egemoniche del clero tedesco che, a un certo punto, si rivolse addirittu- ra alla Santa Sede per to- gliere di mezzo i due fra- telli greci. Il Papa Adriano II però non solo frustrò le aspettative di quei tede- schi superficiali e invidiosi, ma assicurò tutto il suo so- stegno all’opera di Cirillo e Metodio. Agli amici della Slovacchia, uno dei pochi paesi di Eu- rolandia a non avere sboc- chi sul mare, e a tutti colo- ro che hanno voce in capi- tolo quando si tratta di ideare, approvare ed e- mettere nuovi conii, vorrei dare un suggerimento: in una delle prossime mone- te da 2€ fate effigiare una tartaruga, un tonno, un pesce luna, un delfino, u- no squalo elefante... AVORIO E RELIGIOSITÀ Se è vero che ciò che acca- de nella Chiesa particolare riguarda la Chiesa univer- sale, dopo aver letto ( M.C. n.10/2013, p.8 ) che è sta- ta la Chiesa filippina a convocare la Conferenza asiatica per la Nuova E- vangelizzazione, mi piace- rebbe domandare al Pri- mate S. E. Mons. Luis An- tonio Tagle, arcivescovo di Manila nonché cardinale elettore nel Conclave che ha scelto Papa Francesco, se le scelte compiute dal nuovo pontefice per quanto riguarda addobbi, decorazioni, suppellettili sono destinate a restare, in Asia, lettera morta, op- pure stimoleranno anche i cattolici dell’Estremo Oriente, a cominciare da quelli delle Filippine, a in- traprendere un cammino di rinnovamento all’inse- gna della sobrietà, della frugalità, della ragionevo- lezza. Sono rimasto molto male, leggendo un non certo te- nero ma documentatissi- mo dossier del National Geographic (cfr. N. Geo- graphic Italia Ottobre 2012), che «in Asia la do- manda di avorio è cresciu- ta», che «l’avorio seque- strato è ben poca cosa ri- spetto a quello che arriva a destinazione», che nella cattolicissima Manila «i principali clienti sono i preti», che «i principali fornitori sono filippini mu- sulmani che hanno legami con l’Africa o musulmani malesi», che «nell’isola di Cebu il legame tra avorio e religione è così stretto che la parola garing = avo- rio, significa anche statua sacra...», che «il Vaticano non ha mai firmato la Ci- tes - Convenzione interna- zionale sulle specie in pe- ricolo - dunque non è te- nuto a rispettare il bando del commercio dell’avo- rio», che persino i cattolici filippini appartenenti ai ceti meno abbienti consi- derano il possesso di santi bambini d’avorio, madon- ne d’avorio, crocifissi con Cristo d’avorio fondamen- tali per la fede, per la pre- ghiera, per la vita cristia- na. Vorrei chiedere ancora a Mons. Tagle: di quanti garing hanno ancora biso- gno le chiese e le case fi- lippine? Se l’avorio è così importante per la liturgia e il culto, che succederà alla cristianità delle Filippine quando di elefanti asiatici con le zanne non ne sarà rimasto neppure uno e gli unici elefanti africani so- pravvissuti saranno quelli degli zoo e dei circhi? Come fanno i vescovi, i preti e i laici filippini a non sentire alcun senso di col- pa quando apprendono di massacri di elefanti […]? Come si fa a non capire che bisogna rivedere an- che il rapporto con gli og- getti di culto - e, segnata- mente, quelli in avorio - se si vogliono salvaguardare i diritti delle future genera- zioni. Invece di ambire al possesso di altri garing , non sarebbe meglio ac- contentarsi di quelli che già si posseggono? Non sarebbe più ragionevole e più cristiano riconoscere che sono già tanti? Grazie per l’attenzione. Francesco Rondina Fano, 19/10/2013 Caro Francesco, poiché lo spazio è tiranno, ho dovuto tagliare parte della lettera, mantenendo le questioni essenziali. Concordo con buona par- te delle sue osservazioni e mi auguro che lo stile di papa Francesco abbia un influsso positivo sul pro- blema da lei posto. Mi permetto però di sottoli- neare alcuni punti. 1. La relazione tra il fatto che il Vaticano non abbia firmato il Cites e il «con- sumo» d’avorio dei filippi- ni non è logica. La firma della convenzione da par- te dello stato del Vaticano avrebbe un peso esclusi- vamente morale e non le- gale sui filippini. Più rile- vante per loro è la firma della convenzione da par- te delle Filippine. Tocca infatti alle Filippine rego- lamentare il commercio dell’avorio nel proprio territorio, non al Vatica- no. L’associazione del Va- ticano (stato) con la Chie- sa Cattolica, è un abbina- mento che va molto a orecchio, che può suonare bene per la stampa popo- lare, ma non regge all’a- nalisi obiettiva dei fatti. 2. Anche stabilire un rap- porto di necessità tra sta- tue d’avorio e liturgia cat- tolica è arbitrario. Non è la religione cattolica che ha creato il bisogno dei ga- ring , anche se essa ha ac- cettato una tradizione cul- turale comune a quasi tut- te le culture orientali che da millenni fanno uso del- l’avorio nella produzione di oggetti religiosi, forse proprio per la qualità in- trinseca del materiale stesso: raro, prezioso e «puro». Che oggi si possa e si debba invitare i catto- lici delle Filippine a un uso più cosciente e ragionato di tali oggetti, è indubbio. Che ci sia un nesso tra la forte richiesta di questi og- getti e lo sterminio degli e- lefanti, è un fatto che non contesto. Ma le statue d’a- vorio non sono proprie né necessarie al culto cattoli- co. Sono frutto di una reli- giosità popolare che si ra- dica in una cultura che esi- steva ben prima dell’evangelizzazione di quelle isole nel XIV secolo.
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