Missioni Consolata - Gennaio/Febbraio 2014

46 MC GENNAIO-FEBBRAIO 2014 In queste pagine: immagini dei ragazzi del progetto «Oltre le mura», ideato al- l’interno del Liceo Newton di Chivasso. In alto: l’entrata del Liceo Newton, a Chi- vasso. pregi e difetti. Di conseguenza, per interessare i ragazzi, oltre una maggiore creatività nella metodica, occorre guadagnarsi la loro stima dimostrandosi coerenti e one- sti. Per i ragazzi di oggi “la legge è uguale per tutti”, sono pionieri di una generazione che fa del senso di giu- stizia il suo credo. Le votazioni negative vengono accet- tate, ma solo se alla base c’è una vera credibilità intellet- tuale». E le famiglie quanto facilitano od ostacolano questa mis- sione del docente? «L’apprendimento passa attraverso il rispetto e in questo senso i genitori dovrebbero lavorare a favore del corpo docente. Non nego però che, se da un lato sono troppo invadenti nei confronti della scuola, dall’altra sono anche più coinvolti e presenti. Il che, ge- stito nel modo opportuno, può diventare una grande ricchezza». Ci piace chiedere ai nostri intervistati un piccolo voca- bolario per ricostruire la scuola. Secondo Antonella Sergi, la trasformazione del panorama dell’istruzione passa attraverso il riconoscimento della scuola a livello politico. Un riconoscimento economico e sociale che possa suscitare un effetto domino e riconsegnare ener- gia e linfa vitale agli insegnanti. La scuola come laboratorio Da questo breve viaggio nella scuola, quello che si evince è la figura di un adolescente complesso (come gli adolescenti di tutte le epoche in realtà), che arranca nel costruirsi la propria identità. Spavaldo perché ha una necessità intrinseca di riconoscimento sociale, fragile perché fa fatica a uscire da un’infanzia dorata. Al con- tempo, i ragazzi di oggi hanno competenze narrative e creative straordinarie di cui spesso però sono inconsa- pevoli. Quali gli atteggiamenti e le parole chiave per uscire da questa crisi che attraversa un’epoca e coinvolge più fi- gure nell’istituzione scolastica? «Il cambiamento - spiega Fabio Fiore - passa attraverso l’esperienza, la col- laborazione e la complicità. Nella nostra scuola c’è troppa scissione tra sapere e esperienza pratica. Ren- diamo la scuola “laboratorio vivente”, apriamone le porte anche nel fine settimana, rendiamo partecipi an- che le famiglie. L’organico docente, seppur mantenendo zione così profonda. «Un tempo c’era unione tra valori domestici ed esterni. Il maestro aveva sempre ragione, oggi ha sempre torto a prescindere da qualsiasi cosa faccia. Si confronta con una schiera di genitori invasivi che non ha timore di chiedere chiarimenti sul figlio fer- mandolo per strada o telefonando. Il genitore sa tutto sulle tonalità emotive più recondite del figlio; quello che teme di più è la fallibilità del ragazzo e quello che desi- dera sopra ogni cosa è la sua felicità». Sconfiggere l’insensibilità della politica L’etnologo francese Marc Augè ci ricorda che esistono luoghi e non luoghi. La scuola è indubbiamente un luogo e, seppur con tutte le contraddizioni degli ultimi anni, mantiene inalterato il suo valore aggregativo. Antonella Sergi, insegnante ultraventennale di mate- matica al Liceo Artistico Cottini, non ha dubbi in me- rito: «Politiche governative insensibili all’importanza della scuola e difficoltà su tutti i fronti non possono to- gliere alla scuola la sua valenza educativa e di rela- zione. La scuola rimane il luogo per eccellenza in cui so- stenere la costruzione della personalità degli allievi e instaurare dinamiche di gruppo. Gli insegnanti sono stati coinvolti in un processo sociale di maturazione che li ha portati ad avere e a trasmettere una maggiore sensibilità verso le diversità. Paradossalmente sono però principalmente i ragazzi di adesso a insegnare l’integrazione perché sono loro stessi a viverla quoti- dianamente». Se i ragazzi di oggi hanno più difficoltà ad accettare le regole, come si possono trovare strumenti innovativi per interessarli didatticamente? «Gli studenti hanno bisogno di essere costantemente stimolati, danno spesso l’impressione di non esser interessati ad ap- prendere ma se si riesce a toccare le corde giuste, ti sorprendono per la qualità delle risposte. Hanno una scarsa frequentazione delle capacità logiche mentali e la figura del docente la vedono con più criticità rispetto al passato. Lo vedono come un personaggio meno ideale, perfettamente calato nella realtà con tutti i suoi © Oltrelemura net

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