Missioni Consolata - Gennaio/Febbraio 2014

stimenti, i risultati insufficienti degli apprendimenti, la cospicua burocratizzazione, le nuove direttive e l’inclusione dei 760.000 studenti di cittadinanza non italiana con tutte le varie conseguenze sulla gestione multiculturale. Nel marasma tecnico e gestionale c’è un aspetto epo- cale che necessita di una lente di ingrandimento: la scuola sembra essersi svuotata di senso. Don Ermis Segatti, docente di Storia del cristianesimo e di Teo- logie extraeuropee presso la Facoltà teologica di To- rino, ritiene che la scuola abbia perso la propria «ap- petibilità». «Il senso più profondo della scuola - spiega Segatti - si accompagna al sacrificio. In una società che ha trasformato l’istruzione in un fenomeno acces- sibile a tutti e ha reso “universalizzata” la cultura, l’ef- fetto di ricaduta si ha nel depotenziamento e nella perdita di appetibilità della stessa. Il macroscopico errore pedagogico e culturale è quello di chiedere alla scuola di riempire un sempre maggiore vuoto esisten- ziale. Nasce in questo modo il mondo effimero dell’in- trattenimento il ludus mundi tra le mura della scuola, che si veste così di quel fittizio da cui andrebbe invece sgravata». Entrare «dentro la scuola» e capirne l’evoluzione e il futuro che intende riprogettare, significa anche fare una disamina sulla nostra società attuale. Con le pa- role di Virginio Pevato, 20 anni di esperienza come docente e altrettanti come direttore di Scuola dell’in- fanzia: «La scuola rispecchia una società in crisi di valori. Non ci sono pensieri forti capaci di trasmet- INTRODUZIONE O re 7,30 del mattino, suona la sveglia e Marco (nome di finzione), 8 anni, inizia la sua nuova giornata. I ritmi sono serrati perché il tempo è sempre troppo poco. A scuola ci si arriva ri- gorosamente in automobile, senza parcheggiare. Una sosta in doppia fila e un bacio di corsa. Questa imma- gine non corrisponde a quella (fasulla) del Mulino Bianco , ma è l’ordinarietà di quasi tutte le famiglie italiane. Il tempo pieno della scuola primaria si dilata e, a fronte delle multi-esigenze lavorative dei genitori, raggiunge le 10 ore quotidiane. Il rientro a casa è alle 17, se va bene, oppure dopo le 19,00 se a riempire il po- meriggio dei bambini è una delle tante attività di in- trattenimento. Sebbene il tempo pieno della scuola primaria rimanga una conquista fondamentale per garantire ai genitori la possibilità di lavorare, questa dilatazione del tempo-scuola crea stress e stanchezza nei bambini di oggi. Tutto il contrario di ciò che ac- cade nel film-documentario di Pascal Plisson, Vado a scuola , in cui quattro diversi bambini in quattro paesi del mondo compiono quotidianamente chilometri per poter accedere all’istruzione. Figure vere e poetiche al tempo stesso che regalano agli spettatori il senso della fatica e dell’educazione come forma di riscatto sociale. L’immagine di un cammino lungo, ma pieno di significato. C he strada sta intraprendendo la scuola in Italia? I media ci raccontano di un’istituzione con molti problemi. Tra i tanti, ricordiamo: i pochi inve- Tutti parlano (giustamente) dell’importanza della scuola. Ma che sta succedendo nella realtà? Perché in Italia tutti i soggetti coinvolti in prima persona - gli insegnanti, i ragazzi, i genitori - si lamentano? 36 MC GENNAIO-FEBBRAIO 2014 SENZA SCUOLA NONC’È FUTURO © Oltrelemura.net

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