Missioni Consolata - Gennaio/Febbraio 2014
tica (di opposizione, ndr ) e i media la chiamano forza di occupazione straniera e a livello di masse popo- lari la gente cambia il nome in “Turi- stah”, ovvero turisti in armi». Didier Dominique spiega: «Un’altra causa di tensione sono i militari della Minustah. Forza sovra dimensio- nata, con elicotteri e armi pesanti, superiore a quanto sia mai stato l’e- sercito haitiano o attualmente sia la polizia. E agiscono in modo spropor- zionato contro i manifestanti, con una repressione estrema. Martelly ha chiaramente detto che le forze dell’Onu sono il suo esercito, la sua protezione militare». Il mandato della Minustah è stato rinnovato - come ogni anno - il 15 ottobre scorso per ulteriori 12 mesi. Ma il presidente uruguaiano, José Mujica, sotto la pressione del suo parlamento, è intenzionato a ri- tirare le truppe dal contingente se «il presidente Martelly non dimo- strerà di operare per la democrazia in Haiti». E il 31 ottobre scorso gli ha dato un ultimatum di 90 giorni. Il Brasile e l’Argentina andrebbero nella stessa direzione. Esercito o gruppi armati? Haiti è uno dei rari paesi al mondo senza esercito, abolito dal presi- dente Aristide nel 1994 dopo il suo rientro dall’esilio. Ma Martelly fin dai primi mesi del suo mandato, ha presentato un progetto per crearne uno nuovo. Oggi ufficialmente il progetto è abbandonato, ma uffi- ciosamente sembra di no. Osserva Antonal Mortimé: «A più riprese sono spuntati gruppi armati che si dicono ex militari, anche se vi par- tecipano pure dei giovani. Parlano alla radio che si mostrano in allena- mento. Nel Sud c’è un gruppo che si chiama “repolice”, per opposizione alla polizia, sono un gruppo armato nel quale ci sono degli ex militari. La gente del Sud, in particolare a Les Cayes, ha denunciato il sup- porto del governo a questi gruppi armati paramilitari. Inoltre il go- verno ha mandato in Ecuador 41 giovani per formazioni in diverse di- scipline, che sono stati di fatto for- mati in caserma. Ora sono rientrati ad Haiti ma non integrano la poli- zia. Ci chiediamo se sono gli ufficiali di un nuovo esercito. Senza contare che diversi posti strategici a livello politico e nell’am- ministrazione pubblica sono occu- pati da ex ufficiali dell’esercito: il ministero della Difesa, quello del- l’Interno e il servizio Immigrazione. L’importante ministero della Giusti- zia è diretto da un ex militare che viola sistematicamente la legge sulla polizia nazionale, sullo statuto dei magistrati, sull’indipendenza della magistratura e del Consiglio superiore della magistratura». Haiti e gli «amici» Clinton Ma perché ad Haiti la ricostruzione non ha funzionato, e chi tira le fila? «Martelly è l’esecutore di un pro- getto imperialista, che dopo aver distrutto l’economia haitiana, punta a fare del paese un serbatoio di mano d’opera a bassissimo co- sto» si scalda Didier Dominique. «Il piano Usa è quello di creare ad Haiti delle “zone franche” indu- striali per il tessile da un lato e delle aree di latifondo per l’agro indu- stria, per produrre soia, bioetanolo, banane dall’altro. Secondo la loro 24 MC GENNAIO-FEBBRAIO 2014 ripartizione internazionale, il lavoro - mano d’opera a buon mercato - deve fornirlo Haiti. Ma questo è un piano estremamente esplosivo, perché sfrutta le popolazioni, uti- lizza il lavoratore haitiano pagan- dolo 2-2,5 dollari al giorno. Cifra con cui non può vivere. Si tratta di una situazione estrema a livello economico». Il sindacalista parla del «Piano Clin- ton», ovvero il piano che Bill Clin- ton ha in serbo da anni per il pic- colo paese caraibico: creare 40 zone franche per l’industria manu- fatturiera tessile in tutto il paese. A parte il vecchio Parc Industriel, nei pressi dell’aeroporto (vedi foto), al- tre cinque sono in costruzione nella capitale. E ancora in una zona Nord di Port-au-Prince, dove sono stati evacuati i terremotati e si sono for- mati sterminati agglomerati di ca- supole e baracche senza servizi, come il camp Corail. La zona franca sarà costruita proprio nei pressi della «manodopera». Altre saranno realizzate lungo la frontiera - come quella di Ouanaminthe dove la forza lavoro arriva da Haiti e i pro- dotti finiti partono in Repubblica Dominicana - e nelle città costiere. # A sinsitra : il dittatore Jean- Claude Duvalier si presenta al tribunale di Port-au-Prince, dove è accusato di crimini contro l’u- manità, il 28/2/2013. # Qui sopra : il presidente Michel Martelly annuncia un «dono» di 30 milioni di dollari. Alle sue spalle lo controlla Bill Clinton (agosto 2011). © AFP / Thony Belizaire © AFP / Thony Belizaire HAITI
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