Missioni Consolata - Gennaio/Febbraio 2014
GENNAIO-FEBBRAIO 2014 MC 15 gato un lavoro all’Università dello Xinjiang perché avrebbe dovuto passare l’Hsk ( Hanyu Shuiping Kao- shi , l’esame di competenza lingui- stica certificata in mandarino), an- che se in realtà lei è ufficialmente cittadina cinese e parla perfetta- mente la lingua. Delusa e mortifi- cata, se ne è andata a Guangzhou, dove ha iniziato a vendere vestiti a buon mercato. Ora è milionaria, ma non restituisce nulla del proprio ta- lento alla sua terra». Il modello è questo Il problema è così sintetizzabile: la Cina funziona da sempre per pro- getti che piovono dall’alto, sulla base di un modello di sviluppo che appare vincente. Oggi, stiamo assi- stendo alla transizione dal vecchio modello Deng - basato sulle mani- fatture votate all’ export - a quello che l’attuale leadership vuole im- porre: più qualità, più tecnologia, più istruzione. Il sorgere di decine di nuove città «tecnologiche» in tutta la Cina corrisponde a questo grande sforzo. Lì, dovranno inur- barsi i contadini che sono rimasti ancora indietro sulla scala del pro- gresso, per evitare che migrino di- sordinatamente come è successo fi- nora, intasando le megalopoli già sature. Ma è comunque un modello dall’alto in basso: può adattarsi alla diversità dei luoghi e delle genti, in una Cina sempre più complessa e percorsa da culture così distanti tra loro? Secondo il businessman han «è sempre meglio provarci che lasciare tutto così com’è. Il governo cerca di educare questa gente - aggiunge - ma i vecchi non ne vogliono sapere; anche i funzionari uiguri ci provano, ma non è facile, quelli non vogliono stare al passo con il mondo». E poi c’è l’inevitabile stoccata a chi eserciti qualsivoglia critica: «Voi oc- cidentali non prendete mai in consi- derazione le enormi difficoltà che si incontrano nel gestire l’immensa popolazione della Cina, soprattutto dopo l’abietta occupazione colo- niale, i massacri giapponesi, la guerra civile, la guerra di Corea e la follia delle guardie rosse». E così via, nella riproposizione circolare della storia patria. Eppure non è solo un problema di vecchi che non ne vogliono sapere. Ma di scelte fatte oggi, che possono però ipotecare il futuro. Prendiamo la scarsità d’acqua. In questa terra desertica, l’uomo ha risolto il problema da tempo imme- more con quello stupefacente mira- colo di antica tecnologia che ri- sponde al nome di karez : canali sot- terranei che portano l’acqua dai lontani monti Tianshan sfruttando la pendenza naturale (la depres- sione di Turpan è il terzo luogo più basso della terra). Ma questo deli- cato ecosistema saprà sopportare l’impatto di una nuova città da 60mila abitanti? Secondo l’ingegnere uiguro, la città di nuova costruzione «è progettata # Pagina accanto : la mo- schea Id Kah, a Kashgar. In questa pagina : immagini di vita quoti- diana a Kashgar. MC ARTICOLI
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