Missioni Consolata - Dicembre 2013
Fede ). Senza gioia non si comu- nica nulla, non si dona nulla, ma si rifiuta qualsiasi dono, anche il più bello e il più costoso. IMPEGNO NUOVO È questo, per molti aspetti, un impegno nuovo chiesto ai cri- stiani di oggi. Perché? Cosa c’è di tanto nuovo nel nostro mondo da costringerci a cercare una nuova via di comunicazione della fede? In che senso è così diverso il mondo di oggi da quello di ieri, di non tanto tempo fa? La prima novità è la cosiddetta globalizzazione. Messaggi di po- sta elettronica entrano a fiotti or- mai nelle nostre case, e il mondo giovanile ne è affascinato. La crisi economica, e soprattutto cultu- rale e religiosa, circola ovunque. Non abbiamo più nessuna iden- tità, se non quella che ci offrono i massmedia, che danno di tutto ma un po’ di tutto, soprattutto una certa mentalità circa la poli- tica, la famiglia, il mondo e le sue pazzie (che ci rendono sempre meno ottimisti e più depressi e ci mandano in tilt ). Viviamo in un villaggio globale, dove si parla di tutto nel bene e nel male. Praticamente nessun luogo dista più di un giorno di viaggio. Forse il frutto peculiare della globalizzazione è nel non sapere dove noi e il mondo stiamo andando. In quale dire- zione vada la nostra storia e la nostra società. Oggi si parla di un «mondo che cambia» (A. Gid- dens), di «modernità liquida» (Zygmunt Bauman) nel senso che tutto è relativo, che tutto è accet- tabile; che come l’acqua ci infi- liamo dappertutto senza meta fino a impantanarci. Il guru di Tony Blair, Antony Giddens, lo chiama «mondo inafferrabile». La storia sembra ormai al di fuori del nostro controllo. La nostra mente non è più in grado di co- gliere tutto, di capire tutto quanto avviene attorno a noi (pensate al telefonino, a Google, a Facebook, a Twitter, a Youtube, e ai milioni e milioni che li usano), come avve- niva un tempo non molto lontano del catechismo. O, peggio ancora, ritorna indietro, i suoi genitori non l’hanno fatto battezzare, rin- viando tutto al solito ritornello che cioè toccherà a lui decidere quando sarà adulto, senza nes- suna educazione religiosa (ep- pure è sempre prevista una edu- cazione civile e umana). Magari sta alla porta della Chiesa, ma non vi entra, come dissero qual- che anno fa i nostri vescovi, che sono ben consapevoli di questo fatto. Tuttavia, come scriveva Gio- vanni Paolo II all’inizio del nuovo millennio, anche le persone «del nostro tempo, magari non sem- pre consapevolmente, chiedono ai cristiani non solo di parlare a loro di Cristo, ma in certo senso di farlo vedere» ( Novo millennio ineunte, 16). Ci è di esempio e ci incoraggia in modo molto umano e sorridente la testimonianza di papa France- sco, la quale è chiaramente fon- data sulla riscoperta dei conte- nuti veri della fede, perché diventi sempre più viva, solida e in cre- scita, essere «testimoni credibili e gioiosi del Signore risorto, ca- paci di indicare alle tante persone in ricerca la porta della fede» ( Nota Pastorale per l’Anno della nel nostro villaggio, in cui in fondo si condivideva la direzione verso la quale si andava. I social- network rendono davvero globale l’accesso alla cultura, che diventa comunicazione di massa, su vasta scala, che da one to many (da uno a molti) diventa una comunica- zione da many to many (da molti a molti). Nel mondo passato i rischi del vi- vere erano certo molti: epidemie, cattivi raccolti, tempeste, siccità, invasioni di popoli stranieri. Tut- tavia erano rischi in gran parte esterni a noi, fuori controllo. Oggi abbiamo inventato nuovi rischi, quelli derivati dalla nostra civiltà: surriscaldamento globale, so- vrappopolamento, inquinamento, instabilità dei mercati finanziari (contro cui papa Francesco si è pronunciato come causa della crisi e dell’aumento della forbice della povertà mondiale, invitando il 16 maggio 2013 gli Ambascia- tori non residenti presso la Santa Sede a farsi governare non dall’i- dolatria del denaro, ma dall’etica e dalla solidarietà per non ridurre l’uomo a mero bene di consumo). SAPIENZA E OTTIMISMO Di fronte a questo mondo in fuga, quello che i cristiani possono of- frire non è conoscenza, ma sa- pienza e ottimismo, la sapienza della destinazione ultima dell’u- manità, la meta del Regno di Dio per noi indicato da Gesù. Senza meta non si va avanti. E il mondo globalizzato, pur ricco di cono- scenza e informazione, è scarso di sapienza, quella dell’ultimo de- stino e del valore della vita. La sapienza del fine e della fine cui siamo chiamati ci libera dall’an- sietà e dalla paura. Il fine è il re- gno di Dio, Gesù Cristo è stato co- lui che ce ne ha parlato. Impor- tante in questo frangente mettere al centro Gesù Cristo, il suo mes- saggio, la sua parola, le sue scelte, più che le istituzioni che ne sono derivate, sempre fallibili, perché umane ( Ecclesia semper reformanda est , la Chiesa è sem- pre da riformare). Nella lettera agli Efesini Paolo DICEMBRE 2013 MC 67 MC ARTICOLI # In queste pagine : le foto sono puramente simboliche. In basso a sinistra: la Gran Madre di Torino by night . L’edificio, pur imponente, difficilmente richiama pensieri spirituali o di lode a Maria a chi vi passa vicino in macchina o a chi va in giro a piedi per i negozi della città ( qui a sinistra ).
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