Missioni Consolata - Dicembre 2013
F ede non limitata all’a- spetto dottrinale, ma fede come vita, preghiera, cele- brazione, trasmissione ad altre persone. Chi incontra vera- mente il Signore sente il bisogno di comunicarlo ad altri. I primi annunciatori sono coloro che hanno avuto gli occhi e il cuore pieni della visione del Cristo Ri- sorto, come i discepoli di Em- maus, che possono considerarsi i cristiani di oggi: dubitano, sono delusi, ascoltano magari distratti, camminano con lui, mangiano in- sieme, lo riconoscono, ne restano abbagliati e corrono a dirlo agli altri discepoli. Così Matteo, la Sa- maritana, la Maddalena e le donne che corrono al sepolcro. Tutti dicono: «Abbiamo visto il Si- gnore». È così sempre, fino a oggi. Il racconto del cieco Bartimeo in- dica un cammino di fede: non si accontenta di correre da Gesù per essere risanato dalla sua cecità, ma rimane con lui, cammina sulla sua strada, lo segue, per- corre il suo stesso cammino: «Getta via il mantello e balza in piedi» (Mc 10, 46-52). Il problema grave del nostro tempo è che chi è stato avviato alla fede a volte si ferma, rimane a una fede bambina, del tempo ITALIA di GIAMPIETRO CASIRAGHI foto di GIGI ANATALONI LA FEDE OGGI: UNA SFIDA PER LA CHIESA VOGLIA DI TENEREZZA Tra i vari richiami di papa Benedetto XVI in riferimento all’attuale situazione, ricordo quanto disse ai vescovi italiani: «In vaste zone della terra la fede corre il pericolo di spegnersi come una fiamma che non trova più alimento. Siamo davanti a una profonda crisi di fede, a una perdita del sens religioso che costituisce la più grande sfida per la Chiesa di oggi. Il rinnovamento della fede deve quindi essere la priorità del- l’impegno della Chiesa intera ai nostri giorni».
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