Missioni Consolata - Dicembre 2013
che diventano sempre più ricchi a scapito della cul- tura, degli usi e dei costu- mi degli indigeni che ven- gono sfruttati e resi dipen- denti dal dio denaro che tutto permette di avere. Bisogna alzarsi e combat- tere per un mondo più giu- sto. Ci sono molte persone che ti sono vicine in tutto il mondo, ma forse ancora non bastano. Credo che sia necessario coinvolgere più persone possibili [...]. È molto triste quando tu dici che gli stessi brasiliani si vergognano dei loro fra- telli indigeni, ma lo com- prendo. Anche qui gli im- migrati cercano di nascon- dere le loro origini il più possibile, ma, per i popoli indigeni della foresta deve essere diverso, loro sono i fratelli custodi di quella grande foresta di cui tutti noi abbiamo bisogno. Mi piacerebbe invertire il loro status da vittime a prota- gonisti orgogliosi che con la loro vita e cultura e ri- spetto salvano la foresta di cui tutti abbiamo bisogno. Non più esseri inferiori, e i paesi che li ospitano devo- no sentirsi orgogliosi di occuparsi di loro. Caro Carlo se questa inversione di considerazione non av- viene, prima o poi un go- verno o un altro troverà un «buon motivo» per an- nientarli per sempre in no- me della civiltà. Con immenso affetto e ri- conoscenza. Nicoletta Testori 18/09/2013 LA TEOCRAZIA IRANIANA Caro p. Gigi, condivido il suo no com- ment al lettore che ha disdetto l’abbonamento a causa del suo editoriale di luglio. Non l’avevo letto a suo tempo, ma, incuriosi- to, l’ho cercato e letto dal vostro sfogliabile (ottima iniziativa) e davvero non c’è nulla da dire. 1. Sono favorevole alla vo- stra scelta di articoli lun- ghi, cosa per la quale mi risulta che altri vi critichi- no. Adesso è diffusa la mania di dover scrivere poco perché la gente si stanca a leggere e ha poco tempo per farlo. Allora la- sci perdere di leggere. [...] 2. Nel dossier di A, Lano sull’Iran ( MC, ago. 2013 ) sembra che quella nazio- ne sia lo stato migliore del mondo. Può essere che sia davvero così, anch’io diffi- do della comunicazione di massa che orienta l’opi- nione pubblica, quindi so- no naturalmente e favore- volmente predisposto ver- so l’informazione «alternativa». Ciò premes- so, però, avrei fatto do- mande più «dure» all’in- terlocutore. Ad esempio, è vero o no che il precedente presidente voleva la di- struzione dello stato di I- sraele? E ora come la si pensa in proposito? Su al- tra rivista missionaria l’I- ran non è definito una re- pubblica così meraviglio- sa, chi sbaglia? Giovanni Guzzi Vimercate (MI), 11/10/2013 Caro lettore, non ho descritto l’Iran co- me una «Repubblica me- ravigliosa», ma come una Repubblica islamica teo- cratica basata su mecca- nismi della cosiddetta «democrazia». È una de- mocrazia teocratica con molti problemi da affron- tare e risolvere, dunque non certo perfetta. Ma esi- ste una democrazia per- fetta? Gli Stati Uniti lo so- no, forse, con la loro pena di morte, le extraordinary renditions , i tanti dissi- denti « missing » e lo spia- re anche gli alleati? Lo so- no gli stati europei, con u- na repressione sempre più forte delle proteste dei cittadini? Lo è Israele, sta- to mediorientale che bom- barda civili? Nel mio dossier ho poi pa- ragonato alcuni principi chiave dello sciismo con quelli del sunnismo, de- ducendone una maggiore possibilità d’interpretazio- ne razionale e libertà di pensiero del mondo sciita, che, nella mia pluridecen- nale esperienza di studio- sa sul campo di Islam, ho notato più «colto» e inte- ressato alla cultura di quello sunnita. Questo non toglie che du- rante l’era di Ahmadinejad ci fossero molti problemi interni, oltre che esterni, dovuti al suo populismo e a posizioni estremiste, nonché censure di vario ti- po - tra cui internet -, di cui ho parlato nel mio arti- colo. L’era di Rohani sembra a- prire nuove frontiere e nuove speranze, e molti critici interni del passato regime stanno appoggian- do con fiducia il nuovo presidente. Quanto alle invettive con- tro Israele, ormai famose, in parte si è trattato di tra- duzioni errate dal farsi - la famosa frase “scomparirà dalla mappa geografica” aveva altro significato che non la fine fisica di Israele -, in parte di retorica po- pulista dell’ex presidente. Le offro un consiglio, co- munque: faccia un viaggio in Iran, e capirà che paese e che popolo accogliente è. Poi vada in qualche al- tro stato del Golfo, tipo l’A- rabia Saudita o gli Emirati Arabi. O anche solo l’Egit- to, e ci racconterà cosa ne pensa. Angela Lano ANCORA YANOMAMI Carissimo Fratel Carlo (Zacquini), prima di tutto ti voglio ringraziare; grazie perché mia figlia Martina, dopo aver parlato della tua intervista e delle condizio- ni del popolo Yanomami ( MC, ott. 2013 ) mi ha detto di te qualcosa che mi ha toccata profondamente: che «Conoscerti è stata u- na vera fortuna», che «tu ci aiuti a diventare persone migliori. Siamo tutti per- sone “normali” che stanno sedute aspettando che siano altri a cambiare il mondo. [Se] poi c’è una persona che si alza e prova a cambiare il mondo, quel- la è una persona migliore e m’insegna che anch’io posso e devo alzarmi dalla mia normalità-mediocrità e diventare migliore» [...]. A volte gli amici mi chiedo- no perché mi interessano tanto gli Yanomami. È semplice: perché sono dei nostri fratelli. Punto. Con- dividono con noi la fortuna di far parte di questo me- raviglioso creato. E non è abbastanza? Noi apparte- niamo alla razza che si sente padrona del creato, superiore agli indigeni di qualsiasi parte del mondo, e con il nostro egoismo e la nostra presunzione non riusciamo e non cerchia- mo di comprendere altre culture. Possibile che non ci sia una via percorribile di evoluzione e di progres- so in cui non venga calpe- stata la dignità umana? In cui sia presente la dovuta tutela dell’ambiente dal quale tutti indistintamente dipendiamo? Oggi ci sono uomini che distruggono la foresta e ingannano i po- poli che ci vivono, ricchi 6 MC DICEMBRE 2013 redazione@rivistamissioniconsolata.it mcredazioneweb@gmail.com
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