Missioni Consolata - Novembre 2013

«Vergine, piena d’amore, consolatrice d’ogni nostro pianto. Reggili sugli oceani, nell’orror delle foreste e dei deserti ardenti, Quando spira la furia dei torrenti, quando spossati cadono per via, quando li assale stanchezza e nostalgia, posati loro accanto!». E davvero, come per altre volte a molte di noi, il cielo si fa vicino. AVVENTURA E GRAZIA Ed è un’avventura anche uno dei tanti viaggi fra Tetu (missione fondata nel 1903) e Nyeri. Prota- goniste suor Teresa e suor Can- dida, le quali, dopo una matti- nata spesa nella funzione dei battesimi, nel pomeriggio si in- camminano in carovana per il ri- torno alla missione. La notte si avvicina: vescovo, padri, suore, cristiani e non, tutti in fila ritor- nano al Mathari. Tra loro suor Candida, appena giunta in mis- sione, non allenata alle lunghe marce. A poco a poco tutti sor- passano le due sorelle che alla fine si trovano isolate, nella soli- tudine e nel silenzio della notte africana senza luna. Hanno perso il sentiero. La paura si fa strada. Un improvviso fruscio le allarma ancor più. Un serpente, una iena, un leone? Invece ecco un giovane con una bianca tunica si avvicina e le invita a seguirlo per raggiungere la carovana. Nel dialogo con suor Teresa si pre- senta e dice il suo nome: «Wa Ngai» ( di/da Dio ). Suor Teresa ri- batte che tutti veniamo da Dio e insiste per sapere il suo nome: «Wa Ngai - dice -, e vengo da molto lontano». Della giornata dei battesimi il giovane dice che è stata molto bella ed è piaciuta anche a Dio. Egli precede le so- relle mentre il camminare si fa più facile e anche suor Candida ha la sensazione che la stan- chezza sia scomparsa. Final- mente, a discesa terminata (per- ché c’è una valle tra Tetu e Mathari e bisogna scendere al fiume e risalire), il paesaggio si allarga, si cominciano a sentire le voci del gruppo. Sono salve! Suor Teresa chiede ancora: «Vuoi dirmi il tuo nome?». Dopo un istante di sospensione, con voce chiara il giovane risponde: «Sono Raffaele. Vengo da Dio». E scompare. Avventure missionarie: quante! Di quanti piccoli miracoli in que- sti cento anni di Kenya, siamo te- stimoni! Le piccole scatole-case, le capanne, i primitivi improvvi- sati dispensari, poco a poco hanno lasciato il posto a case vere, scuole, ospedali, orfano- trofi, dispensari. Cento anni per seminare l’Amore, la Consolata e il Padre Fondatore nel cuore della nostra gente del Kenya, obbedendo all’invito dell’Alla- mano: «Coraggio e vanti!». Gesù, il missionario del Padre ci ha sempre precedute e ci ha rese anche capaci di cedere nelle mani responsabili della Chiesa locale quello che con tanto sacrificio è stato costruito (la maggior parte degli ospedali, scuole e altre attività iniziate nelle missioni della Consolata, sono ora nelle mani delle Chiesa locale, avendo i missionari e le missionarie finito il loro compito da dare inizio ad una nuova co- munità ndr. ). Ora abbiamo raggiunto il de- serto, di nuovo come agli inizi, forse con meno fatica. Tocca sempre a noi andare e partire per testimoniare, per passare il testimone ad altre sorelle, alle giovani di oggi, anche a nome delle 157 missionarie che ripo- sano nei cimiteri del Kenya: 47 al Mathari-Nyeri, 8 a Meru, 95 al Nazareth Hospital-Nairobi e 7 in altri cimiteri. Sr. Pier Rosa Campi 78 MC NOVEMBRE 2013 KENYA # A sinistra: suore in visita ai vil- laggi sulle colline degli altipiani attorno al Monte Kenya e ( qui sotto ) le nuove suore impa- rano dalle veterane del Cotto- lengo. La foto le vede insieme nella cura dei molti bambini del- l’orfanotrofio del Mathari, situato nei terreni della grande fattoria agricola.

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