Missioni Consolata - Novembre 2013

zione, differenziazione, morte cel- lulare programmata) e nella re- golazione del ritmo sonno-veglia. L’esposizione a queste molecole è correlata allo sviluppo di tumori (linfomi, sarcomi, tumori a fegato, mammella, polmone, colon), a di- sturbi riproduttivi, endometriosi, anomalie dello sviluppo cere- brale, endocrinopatie (soprattutto diabete e malattie della tiroide), disturbi polmonari, danni meta- bolici (aumento di colesterolo e trigliceridi), epatici, cutanei e defi- cit del sistema immunitario. Inol- tre l’esposizione pre e postnatale può comportare ritardi nella cre- scita del feto e del neonato. P oiché gli inquinanti descritti sono liposolubili, essendo il latte particolarmente ricco di grassi, quello materno rappre- senta un mezzo particolarmente idoneo per la valutazione dell’in- quinamento «in vivo», permet- tendo di stimare l’esposizione presente e pregressa di una po- polazione. Grazie alle misure di prevenzione attuate in seguito alla Convenzione di Stoccolma è stata documentata in molti paesi europei una diminuzione della presenza di diossine e simili nel latte materno. Tuttavia i valori re- stano elevati, rispetto alla racco- mandazione dell’Oms, secondo cui non si dovrebbero superare assunzioni di diossina oltre i 2 pg/Kg di peso corporeo al giorno, quindi un uomo di 70 Kg dovrebbe assumerne al massimo 140 pg al giorno. Sono state eseguite ana- lisi del latte materno su puerpere di diversi paesi del mondo, abitanti sia in aree alta- mente industrializ- zate, che rurali: in Germania sono state rilevate concentrazioni di diossine/furani e Pcb tra 3,01-78,7 pg Teq 3 /g di grasso con valore medio pari a 27,27 pg; a Tokyo il valore medio nel latte materno della concentrazione di queste molecole è stato di 25,6 pg/g di grasso; in Cina è stato in media di 5,42 pg/g (range 2,59-9,92). Il latte prelevato nelle aree industriali è risultato sempre più contaminato che nelle aree rurali. presentano alla nascita altera- zioni della funzione tiroidea stati- sticamente significative. Poiché questi neonati non sono stati di- rettamente esposti alla fuoriu- scita di diossina, ciò significa che le conseguenze hanno colpito la generazione successiva a quella esposta e sono tuttora riscontra- bili, a distanza di oltre 30 anni dal- l’incidente 1 . Sono molecole parti- colarmente stabili e persistenti nell’ambiente con tempi di dimez- zamento variabili a seconda della molecola e a seconda della ma- trice esaminata; la Tcdd si di- mezza tra 7-10 anni nel corpo umano, mentre persiste nel sot- tosuolo fino a 100 anni. Sono so- stanze insolubili in acqua, ma estremamente lipofile e soggette a bioaccumulo e biomagnifica- zione, quindi si concentrano negli organismi viventi in misura molto superiore a quella dell’ambiente circostante. Esse vengono as- sunte dall’uomo per oltre il 90% attraverso l’alimentazione, so- prattutto con latte, carne, uova e formaggi. Queste molecole fanno parte degli inquinanti organici persistenti banditi dalla Conven- zione di Stoccolma. Le diossine sono sottoprodotti involontari dei processi di combustione e si for- mano a particolari temperature ed in presenza di cloro. In Italia le loro fonti principali sono le com- bustioni industriali (64%), di cui oltre la metà (37%) sono rappre- sentate dall’incenerimento di ri- fiuti solidi urbani. I Pcb o policlo- robifenili sono invece molecole prodotte volontariamente dal- l’uomo ed usate sia in dispositivi elettrici, materiali plastici, tap- peti, tessuti, mobili come ritar- danti di fiamma sia come antipa- rassitari fino al 1985, quando sono stati banditi 2 . La tossicità di diossine, furani e Pcb è tale che viene misurata in picogrammi (pg), cioè miliardesimi di milli- grammo. Queste molecole pre- sentano una grande affinità per il recettore AhR ( Aryl Hydrocarbon Receptor ) largamente diffuso sia nelle cellule umane che in quelle di vertebrati marini, terrestri ed aviari. Il recettore AhR sembra avere un ruolo chiave per il nor- male sviluppo del sistema immu- nitario, vascolare, emopoietico ed endocrino ed è coinvolto in molte- plici funzioni cellulari (prolifera- NOVEMBRE 2013 MC 67 MC RUBRICHE N OTE 1 - Queste molecole sono divise in due fami- glie, cioè Pcdd (policloro-dibenzo-p- diossine) e Pcdf (policloro-dibenzo-fu- rani) e le diverse molecole appartenenti alle due famiglie vengono definite «con- generi» (75 diossine e 135 furani). 2 - Sono 209 congeneri, di cui 12 molto af- fini alle diossine, detti perciò «dioxin- like». 3 - Con Teq si indica la «tossicità equiva- lente» dei diversi congeneri, paragonata a quella della Tcdd, la più pericolosa, che per convenzione vale 1, mentre quella di tutti gli altri congeneri è sem- pre inferiore a 1 ed è data dalla somma dei prodotti tra i fattori di tossicità dei singoli congeneri per la loro concentra- zione nelle matrici in esame. Appare evidente l’assoluta neces- sità di monitorare sistematica- mente la situazione delle aree cri- tiche del nostro paese, soprattutto in considerazione del fatto che l’I- talia ha un incremento annuo dei tumori infantili del 2% (circa il doppio degli altri paesi europei). Il fatto che finora questo biomonito- raggio in Italia non sia mai stato effettuato sembra non essere ca- suale, viste le attuali politiche di incenerimento e combustione di biomasse e di rifiuti. È fondamentale inoltre che le per- sone siano informate su questi fatti, soprattutto chi ha figli. In Ita- lia invece quasi non si parla di latte materno contaminato. Una società come la nostra, che non si preoccupa delle ricadute sull’infanzia del proprio modello di sviluppo è, a dir poco, dissennata. Rosanna Novara Topino

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