Missioni Consolata - Novembre 2013

NOVEMBRE 2013 MC 59 SCUOLE E FUGHE DI CERVELLI Quello che mi ha impressionato maggiormente in Zimbabwe sono state le sue scuole. Molte sono state toccate dalla crisi economica e hanno subito la fuga di cervelli (tanti professioni- sti hanno lasciato il paese in cerca di occasioni migliori, op- pure un gran numero di profes- sori hanno abbandonato l’inse- gnamento). Un insegnante mi disse che era diventato troppo caro «perfino recarsi a scuola». Nonostante questi problemi, la scuola segue un curriculum oli- stico, ereditato dai giorni della colonia, che normalmente in- clude molto sport, musica e tea- tro, attività artistiche per i gio- vani. Molte scuole private se- guono il programma del certifi- cato di Cambridge del Regno Unito, con sette anni di scuola primaria, seguita da quattro anni di secondaria e ulteriori due anni di superiore ( high school , nel- l’ordinamento anglofono, ndr ). Arrivati a conclusione dell’iter scolastico gli studenti sono nor- malmente alla pari con ogni al- tro allievo del Regno Unito. Tut- tavia questo apprendimento pri- MC ARTICOLI vilegiato resta appannaggio di alcuni ragazzi fortunati, sia di fa- miglie benestanti, che sono in grado di mandarli in costose scuole private, sia quelli che sono abbastanza bravi per es- sere ammessi grazie ai loro ri- sultati. Come in molti altri paesi afri- cani, la Chiesa Cattolica contri- buisce a portare avanti la qualità dell’educazione in Zimbabwe. Ma essere ammessi nelle scuole è talmente competitivo che spesso i genitori devono prenotare il po- sto per i figli con tre anni di anti- cipo. Così la maggioranza frequenta le poche scuole pubbliche disponi- bili, dove, anche se c’è una ricca eredità lasciata dai tempi colo- niali, si lotta con la penuria di li- bri di testo e il limitato numero di insegnanti. A ogni famiglia, in questo caso, è richiesto di pagare per l’educa- zione dei propri figli, anche se la quota è normalmente molto in- feriore nelle scuole pubbliche che in quelle private. Quasi il 90% degli studenti privi- legiati che completano la scuola superiore, scelgono di conti- nuare fuori dallo Zimbabwe. La maggioranza parte per Regno Unito e Sud Africa, mentre altri vanno verso Est: Cina, Singa- pore, Malesia in particolare. L’Università dello Zimbabwe am- mette un gran numero di stu- denti dalla scuola pubblica lo- cale anche se ci sono state de- nunce della maggior parte delle facoltà rimaste senza docenti. Ancora una volta questo fatto è dovuto all’elevata fuga dei cer- velli causata principalmente dalle difficili condizioni economi- che e dal basso livello di inqua- dramento che prevale nel paese. Ci sono cinque università pubbli- che e altrettante università pri- vate che offrono corsi rilevanti principalmente nel settore com- merciale. BUONA EDUCAZIONE Impressionante è anche l’educa- zione della gente dello Zim- babwe, inculcata fin dalla tenera età. Come straniera l’ho trovata inizialmente opprimente, perché nel mio paese in questi casi di- ciamo che: «troppa familiarità con tutti è sospetta». Abbinata con questa educazione le per- sone hanno un raffinato senso di correttezza e serietà. La rete stradale del paese, in particolare delle città di Harare e Bulawayo, sono ben studiate. I semafori ad Harare sono stati un positivo cambiamento rispetto al traffico della mia città. Vie e strade sono molto larghe e tutto è ben segnalato e chiaro. Natu- ralmente si vede l’effetto della crisi economica, e della man- canza di investitori: mentre molte strade sono ancora in buono stato, diverse altre sono piene di buche. Le vie della capi- tale, e di altre città, sono costeg- giate da alberi che danno uno straordinario colore quando fio- riscono, dalle purpuree jaca- randa, alle altre varietà che por- tano le vie a tonalità dal fiam- mante arancione, rosso, bianco e rosa. # In basso : un baobab fuori città. La natura in Zimbabwe rimane lussu- reggiante. # A sinistra : parco e grattacielo ad Harare, capitale dello Zimbabwe. © Marco Cianflone

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