Missioni Consolata - Novembre 2013

42 MC NOVEMBRE 2013 ostacolati nella loro attuazione dalla camera alta, in mano democratica. Tutti, in realtà, sanno che la vera spiegazione dell’indecisione politica è da ricercarsi nella divisione interna del Pld e nelle sue correnti, che fanno a gara per favorire questa o quella parte industriale nell’accaparramento dei lucrosi appalti. «Ora, però, che il Pld ha la maggioranza assoluta in entrambe le camere, Abe non ha più scuse» conclude l’impiegato prefettizio. Gli interessi sono enormi, non solo a livello locale, ma anche su scala nazionale e internazionale, visto che la Abeconomy deve passare necessariamente dallo svi- luppo nucleare per poter decollare. Il Giappone ha già concluso contratti miliardari per forniture di impianti e macchinari atomici con Tur- chia (17 miliardi di euro) ed Emirati Arabi, mentre sta siglando accordi con India, Brasile, Arabia Sau- dita, Vietnam per un totale di 200 miliardi di euro. La stessa Keidanren, l’equivalente giapponese della Confindustria, si è apertamente schierata a favore del nucleare, bollando di irresponsabilità la proposta di chiusura definitiva delle centrali atomiche lanciata dall’Enecan, l’ Energy & Environment Council giap- ponese recentemente sciolta dal governo. Gli stessi principali conglomerati nipponici sono pesantemente coinvolti nell’industria della fissione nucleare: la Mit- subishi e l’Hitachi hanno partecipazioni nell’Areva e nella General Electric, mentre la Westinghouse è stata assorbita dalla Toshiba. Per dimostrare che Fukushima è stato un incidente isolato, i centri di pubbliche relazioni delle centrali nucleari più esposte a eventuali tsunami, hanno ag- giunto nuovi pannelli che illustrano le misure di sicu- rezza intraprese per fronteggiare eventi simili a quelli accaduti nel marzo 2011. Con l’assegnazione delle Olimpiadi 2020 a Tokyo, anche la comunità in- ternazionale ha voluto dare fiducia agli sforzi che si stanno conducendo per tamponare la critica situa- zione che si è venuta a creare in Giappone. Nella sua tragedia umana e ambientale, l’incidente di Fukushima ha, però, avuto il merito da una parte di sollevare il problema della sicurezza e dall’altra di rinvigorire lo stremato movimento antinucleare del- l’arcipelago. Così, le stesse industrie impegnate nel nucleare come Mitsubishi e Toshiba, oggi stanno guardando con maggior interesse alle energie rinnovabili. Con un giro di affari che si aggira, nel 2013, sui 20 miliardi di euro, l’industria dell’energia «verde» è appena agli A sinistra : Yasuhiko Niida, presidente della Kinpou, mostra i suoi campi di riso biologico con cui si produce il sake. Al centro: pur trovandosi a 5 chilometri dalla costa, questa casa mostra segni evidenti dei danni provocati dall’onda dello tsunami. Sotto: Shigeki Oota di fronte ai tini dove viene fermentato il riso. Pagina accanto : televisori recuperati dalle macerie delle case accatastati in uno spiazzo in attesa di essere smaltiti. OSSIER

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