Missioni Consolata - Novembre 2013

COME SECONDA MOGLIE «La sera del matrimonio di Amina - racconta Fatuma - mi sorprende il fatto che tante per- sone vengano a casa mia, senza essere state invitate...». Tra loro c’è l’iman della moschea e Shukuru, il fratello maggiore di Said. «Dov’è tuo marito Said?». «È uscito questa mattina e non è ancora rientrato». L’imam e il cognato sogghi- gnano, mentre cresce il disagio di Fatuma. Dopo aver sorseg- giato il tè, l’iman annuncia: «Oggi, signora Fatuma, suo ma- rito Said ha sposato una se- conda moglie. Veniamo proprio ora dalla moschea, dove si è ce- lebrato il rito». Subito Shukuru aggiunge: «So- rella Fatuma, Said ti ringrazia molto. Allah gli ha donato una seconda moglie, e non può certo rifiutare tale regalo. Said si con- gratula con te, poiché hai vissuto con lui 25 anni con la deferenza che una moglie deve al marito. Tutta la parentela ti ringrazia, specialmente io, fratello mag- giore di Said». Fatuma resta di sasso. Ma cela il suo imbarazzo, nonché la sua collera. Abbozza persino un sor- riso e prega di salutare Said, «il marito diventato amico». E lei, la seconda moglie, chi è? Amina, la ragazza spigolosa, ma affascinante. «MAMMA, PIANTALO!» La figlia Aisha è più adirata della madre, alla quale non fa sconti: «Mamma, piantalo subito, sepa- rati! Non voglio che tu litighi con un uomo e con una ragazza della mia età». Al che Fatuma replica: «Devo proprio romperla con il marito, dopo aver vissuto con lui un quarto di secolo e aver partorito 12 figli? Devo poi allontanarmi dal tradimento subito?». Dopo una lunga e dolorosa ri- flessione, Fatuma decide di re- stare dov’è, perché... «non ho mai pensato che si possa trovare gioia al di fuori del matrimonio». I figli contestano la decisione della madre, e Aisha rincara la dose: «Mamma, i tuoi guai non sono ancora finiti, vedrai!». Ma tant’è. Intanto gli sforzi degli amici stretti di Said di farlo ritornare a casa, almeno per un po’, falli- scono. Ogni volta che Said men- ziona Fatuma ed esprime il desi- derio di rivedere i suoi 12 figli, quella ragazza-moglie sviene seduta stante. Said scompare per sempre. Così l’esistenza di Fatuma muta radicalmente. Secondo la legge islamica, è obbligata a vivere nella poligamia e a dipendere economicamente da «ciò che resta». Ma per lei non resta mai nulla. «Non è facile la poligamia! Le donne che vivono nel matrimo- nio poligamico ne conoscono le amare conseguenze: falsità e martirio. Tutto ciò indurisce il cuore». «NON SONO UN GIOCATTOLO» «Taxi, taxi, in fretta!». La gola di Fatuma è secca come una foglia morta. Il cuore è impazzito e la fa sussultare. «Taxista, più ve- loce! Corri, corri...». Arriva all’ospedale, ma il marito Said è già morto. Il dottore spiega: «È stato un infarto fulmi- neo, mentre era in ufficio. I mas- saggi al cuore e la respirazione artificiale sono state armi ineffi- caci contro la volontà di Dio...». La morte di Said gremisce la casa di Fatuma di molti cono- scenti. Lei indossa un velo nero sul capo e sopporta l’andirivieni della gente. Grida e lamenti fu- nebri eccessivi acuiscono il do- lore della vedova. Secondo i costumi locali, Amina, da cinque anni con Said, partecipa al funerale. La pre- senza della seconda moglie ir- rita la prima. Dopo la sepoltura, i partecipanti al rito salutano i familiari del morto, porgono condoglianze alle vedove e tessono le lodi del marito: «Said, amico dei giovani e dei vecchi. Said, vero fratello, marito premuroso, musulmano fedele. Allah abbia misericordia di lui!». Il lutto dura 40 giorni. Però Shukuru, il fratello maggiore di Said, è già nella stanza di Fa- tuma per dichiarare: «Appena terminato il lutto ti sposerò. Voglio proprio che tu sia mia moglie». Fatuma da 30 anni è avvezza al silenzio di fronte agli uomini. Ma AFRICA 30 MC NOVEMBRE 2013 quel giorno la sua voce esplode rabbiosa e carica di scherno. «Shukuru, tu dimentichi che an- ch’io ho un cuore e un’intelli- genza. Io non sono un giocattolo da passare da una mano all’al- tra. Tu non capisci che cosa si- gnifichi per me “sposarsi”. È un atto di fiducia e di amore. È un dono reciproco tra chi sceglie e chi è scelto». Fatuma sottolinea con forza la parola «scelta». Shukuru ammutolisce. Se ne va colmo di rancore. IL LADRO DELLA FIGLIA Aisatu, un’altra figlia di Fatuma, è rimasta incinta fuori del matri- monio. All’inizio non lo ammette. «Come immaginare che mia figlia giochi licenziosamente con un ra- # In queste pagine : immagini simboliche. Le spine di acacia del deserto ( pagina precedente ). # Uomini, donne e bambini in preghiera nella grande moschea di Touba, in Senegal. # A destra : le copertine della prima edizione francese del romanzo di Mariama Ba e dell’edizione in lingua swahili. © Af. MC/R. Remigio 2010

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