Missioni Consolata - Novembre 2013

strade più curate, c’è un centro per la trasformazione del caffè. E i tetti delle abitazioni, prima in lamiera, sono oggi tutti in cotto». «Questi risultati sono stati possi- bili perché, oltre alle compe- tenze tecniche, i volontari ci hanno messo il cuore» tiene a precisare Perotti, «mantenendo questo stile anche in Italia». De- gli oltre 70 espatriati in Burundi, infatti, molti hanno costruito reti di solidarietà e sviluppo anche al rientro nel nostro paese: come Mario Fornero e la moglie Maria, che hanno animato due comu- nità laiche, o Gabriella Ambrosi, che si occupa di accoglienza a profughi e senza fissa dimora, o ancora Sara Fischetti, giovane veterinaria impegnata per il di- ritto al cibo e l’agricoltura biolo- gica e sostenibile. 40 ANNI E NON SENTIRLI Ognuno di questi volontari ha la- sciato in Burundi un segno, rice- vendone a sua volta un ricordo in- delebile, come Donatella Barbe- ris: «Non sono malata di mal d’A- frica, ho sempre avuto chiaro in mente che le mie radici sono qui e che ogni terra appartiene al suo popolo. Ma non potrò mai dimen- ticare… Si è volontari per sempre, legati a una terra e a un popolo da legami di solidarietà inestricabili. Non so se ho fatto e dato qualcosa COOPERAZIONE 28 MC NOVEMBRE 2013 di buono al Burundi, ma lui ha dato e insegnato moltissimo a me. Ho spesso pensato che prima o poi avrei dovuto dire grazie, e forse questa ricorrenza dei 40 anni Cisv nel paese è l'occasione giusta. Urakoze , grazie». I volontari hanno festeggiato la ricorrenza a cominciare da Bujumbura, capitale del paese, dove il 4 agosto, giorno del «compleanno», si è organizzata una serata di riflessioni e cena condivisa con i collaboratori vec- chi e nuovi. Per l’occasione sono state realizzate magliette e stri- scioni che, con le loro tinte pa- triottiche, hanno evidenziato i le- gami tra Italia e Burundi: verde bianco e rosso sono infatti i co- lori delle bandiere di entrambi i paesi. Mentre i cooperanti giunti da tutta Italia (qualcuno anche da più lontano) si sono incontrati a Torino a fine settembre per una giornata di festa dove, tra gioia e commozione, è stato ri- confermato l’impegno Cisv a continuare il cammino con il po- polo burundese. Perché, come dice Mariangela Rapetti, «lì ab- biamo ricevuto un grande inse- gnamento: l’importanza di con- dividere. Indipendentemente da quello che sai o puoi fare, condi- videre è l’unica cosa che conta». Stefania Garini BURUNDI OGGI Ma qual è adesso, dopo le deva- stazioni della guerra civile, la si- tuazione del Burundi, alle prese con i problemi endemici di fame, scarsità di terre, isolamento, dif- ficoltà di scambi? «Oggi il paese inizia finalmente a vivere in pace, anche se non mancano le ten- sioni, e a sperimentare nuove pratiche democratiche» spiega Federico Perotti, presidente Cisv e cooperante in Burundi a inizio anni ’90 (vedi box). «Quanto ai nostri 40 anni di lavoro, posso dire con una punta d’orgoglio che quanto Cisv ha fatto è rima- sto, dimostrandosi sostenibile nel tempo». Ne sono un esempio non solo le decine di scuole pri- marie, le 13 cooperative agri- cole, i centri di salute, gli im- pianti per l’acqua costruiti grazie alla collaborazione tra l’Ong e le associazioni locali, ma anche il contributo alla ricostruzione del tessuto sociale del paese: dai progetti per garantire la parteci- pazione democratica della popo- lazione a quelli per il rientro dei profughi rimasti senza terre. «I risultati del lavoro Cisv hanno un impatto anche visivo» aggiunge Alessandra Casu. «Ad esempio a Rabiro, il primo luogo in cui sono stata, all’inizio non c’era nulla, solo capanne sparse. Adesso ci sono le scuole, l’ospedale, # Sopra: i «magnifici sette» in partenza per il Burundi. Con loro don Giuseppe Riva (quarto da sinistra) e mons. Michele Pellegrino (al centro). # A fianco : sorgente d’acqua, una delle tante realizzazioni Cisv nel paese.

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