Missioni Consolata - Novembre 2013
NOVEMBRE 2013 MC 25 Dal reparto di bambini leucemici in cui lavoravo e in cui moriva anche la mia giovinezza». Così, dopo un periodo in Kenya con le suore della Consolata, senten- dosi più matura e consapevole Donatella ha deciso di tornare in Africa per una nuova esperienza. Stavolta «per due anni senza rientri, in un progetto sperduto sulle colline di un paese a forma di cuore». L’avventura Cisv in Burundi è però iniziata ben prima, quando - il 4 agosto 1973 - un manipolo di volontari passati alla storia come i «magnifici sette» lascia- rono tutto per mettersi al servi- zio dei più poveri tra i poveri. Questi primi volontari - donne e uomini di varia provenienza, ope- rai, sarte, infermiere, mecca- nici… - partirono senza appoggi, senza un progetto definito, ar- mati solo «della fede in Dio, di fi- ducia e buona volontà, forti della generosità degli amici rimasti in Italia e pronti a sostenerci a co- sto di grandi sacrifici» ricorda Mario Fornero, esperto fale- gname, oggi 81enne. L’occasione per questa «avven- tura burundese» arrivò su sti- molo dell’arcivescovo di Torino Michele Pellegrino, che da tempo - sull’onda del Concilio Vaticano II - auspicava una mis- sione animata anche da laici, ri- tenuti in grado di creare maggior vicinanza con la gente. Monsi- gnor Pellegrino aveva rilanciato MC ARTICOLI l’appello del vescovo burundese di Gitega, mons. Makarakiza, preoccupato per le gravi condi- zioni economico-sociali del suo paese. Facendo proprio questo appello, don Giuseppe Riva, fon- datore della Cisv, di cui ricorrono 10 anni dalla scomparsa, scri- veva: «Si è operata la scelta del Burundi perché è uno dei popoli con reddito più basso del mondo dei poveri [...] si è preferito vivere e lavorare in comunità, mettendo tutto in comune per superare l’i- solamento, l’individualismo...». Così i volontari ruppero gli indugi dando il via all’impegno dell’as- sociazione nel Sud del mondo, che oggi si concretizza in dodici paesi tra Africa e America La- tina. LUNGHI ANNI DI GUERRA Il Burundi, con i suoi 9 milioni di abitanti, è ancora tra i paesi più poveri al mondo, al 185° posto su 187 nell’Indice di sviluppo umano (dati 2012). Qui Cisv la- vora per garantire i diritti essen- ziali - cibo, acqua, istruzione, sa- lute… - ormai da 40 anni. Un aspetto da sottolineare è lo sforzo di continuità degli inter- venti, per cui la Cisv ha messo più radici in alcune località del paese, come la provincia di Ka- rusi. Un impegno riconosciuto e apprezzato dalla popolazione stessa, come ricorda Anacleto Gahene, un infermiere locale: «Mi torna spesso in mente la scena del gran numero di donne che, con i bambini gonfi per il kwashiorkor (marasma infantile, malnutrizione accompagnata da addome gonfio) iniziavano a fre- quentare il Centro di Nyabikere in cui si fornivano lezioni di ali- mentazione. Le mamme hanno acquisito la capacità di salvare la vita dei propri figli senza ricor- rere a stregoni e amuleti. Dopo un po’ molte non dovevano più essere seguite a casa dagli ani- matori, tanto bene avevano ca- pito l’importanza di un’alimenta- zione adeguata». L’opera dei volontari è continuata anche negli anni più bui della guerra civile, dal ‘93 al 2005, che # In basso a sinistra: tipica strada dell’interno del Burundi. Terra rossa e colline. # A fianco : in fila lungo la strada per recarsi al mercato. # Sotto : lezioni di geografia in una scuola burundese. # Qui sotto : il manifesto per i 40 anni di Cisv in Burundi.
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