Missioni Consolata - Ottobre 2013
di Antonio Magnante una comunione che diventa un costante dono di reciproca pre- senza. Questa è la ragione per cui Paolo considera la fede non come un assenso dato dalla mente a un insieme di verità, ma come un abbandonarsi senza condizioni a Cristo. La fede, tut- tavia, non è un atto irrazionale perché si fonda sulla stessa azione di Cristo, il quale, come dice Paolo: «Mi ha amato e ha consegnato se stesso per me». L’azione storica di Gesù costitui- sce per Paolo il solido fonda- mento per la fede. Cristo ha suggellato il suo amore per noi con il dono della sua vita. Anche Matteo 20,28 e Marco 10,45 af- fermano che il Figlio dell’uomo è venuto «per dare la vita in ri- scatto per molti». Paolo perso- nalizza l’espressione e invece di dire «per i nostri peccati» (1Cor 15,3), ovvero «per molti» (Mt 20,28; Mc 10,45), egli dice: «Per me». VIVO NON PIÙ IO, MA VIVE IN ME CRISTO Paolo esprime questa convin- zione nella famosa espressione: «Vivo non più io, ma vive in me Cristo. La vita che io vivo adesso nella carne, la vivo nella fede del Figlio di Dio che mi amò e consegnò se stesso per me» (Gal 2,20). Paolo qui sottolinea la relazione interpersonale tra lui e Gesù Cristo. La sua affer- mazione farebbe addirittura pensare a un sopravvento della personalità di Cristo su quella del credente. Cristo ha preso possesso della vita di Paolo, in- fatti egli dice: «Vive in me Cri- sto», e subito aggiunge: «Vivo nella fede del Figlio di Dio». Questa precisazione ci fa capire in che senso Cristo prende pos- sesso della sua vita. È il totale abbandono a Cristo che per- mette a Paolo di entrare nella vita del credente e stabilire con Gesù una relazione profonda, P aolo è un personaggio complesso e affascinante: da persecutore delle Chiese diventa l’annunciatore instancabile della fede. I cri- stiani della Galazia parlano della sua conversione in questi termini: «Colui che una volta ci perseguitava va ora annun- ciando la fede che un tempo devastava» (Gal 1,23). Da per- secutore egli diventa «l’evan- gelizzatore della fede» (cf. Atti 26,11). Nell’espressione «annunciare/ evangelizzare la fede», il ter- mine «fede» non va inteso come un insieme di verità da credere (si pensi al Credo che si recita nella S. Messa), non- ostante esse non vengano escluse, ma principalmente come un’adesione personale a Gesù Cristo. In questo modo Gesù diventa l’elemento cen- trale su cui si misura l’esistenza del cristiano. 74 amico OTTOBRE 2013 La fede secondo Paolo Bibbia on the road In occasione dell’anno della fede, indetto dal papa Benedetto XVI, proponiamo il terzo e ultimo articolo della serie sulla prima delle tre virtù teologali © Af MC/R Polato 2010
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