Missioni Consolata - Ottobre 2013

Libertà Religiosa Malaysia e Borneo sono altri stati a maggioranza islamica, mentre consistenti comunità musulmane si trovano in Cina, Thailandia, Malaysia, Myanmar, Filippine, Vietnam, Cambogia e Sri Lanka. Tra tutti, il Pakistan si distingue per l’uso più concreto e anche criticato della legge antiblasfe- mia. Strumento nato nel 1986 per garantire all’allora dittatore militare Zia ul-Haq l’appoggio degli islamisti contro gli opposi- tori. Gli articoli del codice penale collettivamente indicati come «legge antiblasfemia» conti- nuano a essere in Pakistan un’arma da usare contro avver- sari politici, in faide personali e verso le minoranze. Un’arma a volte letale che arriva a colpire anche bambini di dieci anni e persone mentalmente incapaci. Il governo di Islamabad nega di avere dati disponibili e le altre fonti sono spesso contradditto- nero, come conseguenza, bene- fici politici, economici e sessuali. Si tratta di un caso quasi a livello di scuola materna di quella che noi chiamiamo libertà di espres- sione», aveva scritto tra l’altro Nisanyan. I CASI DELL’ISLAM ASIATICO L’Asia meridionale e il Sud-Est asiatico raccolgono la maggio- ranza dei musulmani del mondo (il 62%), eppure il loro ruolo nel- l’Islam è ancora subordinato ai paesi arabi. Le masse che ali- mentano ecumenismo e orgoglio nell’Islam sono lì, in Oriente, ma devono sottostare a regole ela- borate sotto le tende beduine come negli uffici «glacializzati» che si affacciano sul Golfo. L’Indonesia è il primo paese isla- mico al mondo con i suoi 250 mi- lioni di abitanti all’87% musul- mani; il Pakistan è il secondo con 182 milioni di credenti; l’In- dia, grande paese induista, è al terzo posto (almeno 140 milioni), all’incirca alla pari con il musul- mano Bangladesh. Afghanistan, # A sinistra : Sevan Nisanyan. # Qui sotto : Thailandia, Bangkok, 27 settembre 2012: manifestanti mu- sulmani mostrano striscioni du- rante una protesta contro l’incen- diario film anti-Islam Innocence of Muslims , davanti al consolato de- gli Stati Uniti. Il filmato amatoriale, che prende in giro l’Islam e il Pro- feta Maometto, ha scatenato tu- multi mortali in molti paesi. Più di 50 persone sono state uccise in violenze collegate. © Afp photo/Christophe Archambault rie, ma secondo le ricerche della Commissione Giustizia e Pace della Conferenza episcopale cat- tolica pachistana, dal 1986 all’a- gosto 2009, sono almeno 964 i pachistani finiti sotto processo per blasfemia: 479 musulmani, 340 ahmadi, 119 cristiani, 14 indù e una decina di fede ignota. Mancano i dati delle condanne e di quanti stanno scontando la pena, ma sono certamente de- cine. Diversi sono stati uccisi in carcere oppure subito dopo la li- berazione decretata dai giudici. Se è vero che a essere stati arre- stati e giudicati sono in misura rilevante musulmani «ortodossi» di appartenenza sunnita o sciita, spesso critici verso il potere o verso l’estremismo religioso, è pur vero che le minoranze, com- presa «l’eresia» islamica Ah- madi, sono presenti tra gli accu- sati in misura superiore. Stefano Vecchia Note: 1. Con blasfemia , o bestemmia, si in- tendono osservazioni o scritti consi- derati sprezzanti, offensivi verso Dio. 2. Con apostasia si intende l’abban- dono di una fede religiosa per un’al- tra. Ad esempio l’abbandono dell’Islam per diventare cristiano. 3. Con diffamazione della religione si intendono la denigrazione o la critica di un credo religioso. © youtube.org

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