Missioni Consolata - Ottobre 2013

medesima casa. «Dopo la morte di Dio, la morte del prossimo è la scomparsa della seconda relazione fondamentale dell’uomo – scrive –. L’uomo cade in una fondamentale solitudine. È un orfano senza pre- cedenti nella storia. Lo è in senso verticale – è morto il suo Genitore Celeste – ma anche in senso orizzon- tale: è morto chi gli stava vicino. È orfano dovunque volti lo sguardo. Circolarmente, questa è la conse- guenza ma anche la causa del rifiutare gli occhi de- gli altri: in ogni società, guardare i morti causa tur- bamento». EPOCA DELLE PASSIONI TRISTI Due attenti studiosi parigini, Miguel Benasayag filo- sofo, e Gérard Schmit psichiatra, docente all’univer- sità di Reims, hanno scritto un libro: «L’epoca delle passioni tristi» (Feltrinelli, 2004). La loro tesi è che la crisi che viviamo è «storica», cioè esistenziale, ca- ratterizzata da un cambiamento di segno del futuro: dal «futuro-promessa» al «futuro-minaccia». Quando non è una promessa, il futuro non retroagi- sce sul presente motivando impegno, applicazione, entusiasmo, slancio, prospettiva, ma fa implodere ogni iniziativa in quella domanda inevasa che inutil- mente chiede: «A che scopo?», «perché?». Siamo quindi al nichilismo, che più di un secolo fa Nietz- sche aveva profetizzato come atmosfera del futuro, così definendolo: «Nichilismo: manca il fine, manca la risposta al “perché?”. Che cosa significa nichili- smo? Che i valori supremi perdono ogni valore». Ora, che i valori si svalutino non è un gran pro- blema. La storia registra le sue scansioni proprio grazie al crollo di certi valori e all’affermazione di al- tri. Ma quel che oggi si registra è che, dopo il col- lasso dei valori della tradizione, non se ne intrave- dono altri, per cui ci troviamo appiattiti su un «eterno presente» che, non offrendo prospettive credibili, va vissuto in tutta la sua intensità (tutto e subito) quando se ne ha la forza, o in tutta la sua in- significanza quando la demotivazione, come un tarlo, ha fatto breccia nell’anima. Un messaggio che Giovanni Paolo II ha espresso molto bene quando ammoniva le chiese dell’Europa «Spesso tentate da un offuscamento della speranza. Il tempo che stiamo vivendo, infatti, con le sfide che gli sono proprie, appare come una stagione di smar- rimento. Tanti uomini e donne sembrano disorien- tati, incerti, senza speranza e non pochi cristiani condividono questi stati d’animo. Numerosi sono i segnali preoccupanti che, all’inizio del terzo millen- nio, agitano l’orizzonte del continente europeo, il quale, pur nel pieno possesso di immensi segni di fede e testimonianza e nel quadro di una convivenza indubbiamente più libera e più unita, sente tutto il logoramento che la storia antica e recente ha pro- dotto nelle fibre più profonde dei suoi popoli, gene- rando spesso delusione» (Esortazione Post-Sinodale Ecclesia in Europa , 28/06/2003, n.7). OTTOBRE 2013 MC 45 MC EUROPA: NUOVA EVANGELIZZAZIONE Le foto di queste pagine sono simboliche. Dal mendicante immigrato a Madrid all’uso commerciale di Babbo Natale passando per le processioni popolari; dal povero mercato in Albania a quello ricco in Finlan- dia, dagli sbarchi di profughi a Lampedusa, alla coda per un gelato in una gelateria di qualità e prestigio. © AFMC/Benedetto Bellesi

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