Missioni Consolata - Ottobre 2013
fettivi diventeranno a regime 3.650 di cui 150 civili. La Misca ha come compiti: protezione dei civili, riportare pace e stabilità, riforma e ristrutturazione dell’e- sercito nazionale, ed è composta da uomini di Camerun, Congo, Gabon e Ciad. DIRITTI UMANI CERCASI Dopo la presa di Bangui, le tante fazioni della Seleka si scatenano ai quattro angoli del Centrafrica e la popolazione ne paga le con- seguenze. Nella loro avanzata saccheggi, stupri, violenze di ogni genere e uccisioni sono al- l’ordine del giorno. Human Ri- ghts Watch , Ong di difesa dei di- ritti umani, ha pubblicato un rap- porto sulla Rca 4 a maggio nel quale denuncia: «un gran nu- mero di assassinii sono stati commessi dalla Seleka a Bangui dopo il colpo di stato del 24 marzo, […] e altre uccisioni sono state perpetrate dalle stesse truppe in tutto il paese tra il di- cembre 2012 e aprile 2013». Nel rapporto del segretario ge- nerale dell’Onu 5 (3 maggio 2013), Ban Ki-moon, è scritto: «Da quando la Seleka controlla Bangui, centinaia di cadaveri non identificati sono stati trovati in diversi settori della capitale. Se- condo la Croce Rossa locale, al- meno 119 persone sono state uccise […]. Si riporta che 602 fe- riti sono stati curati negli ospe- dali di Bangui». E ancora: «L’a- narchia che regna in Rca ha avuto conseguenze disastrose per le donne e le ragazze, e il flusso di violenze sessuali, come stupri, stupri collettivi e atti di schiavitù sessuale, sembra inar- restabile». Intanto nella maggior parte del paese le scuole sono chiuse da quattro mesi, così come le strut- ture sanitarie sono prive di far- maci e disertate dagli operatori. Più in generale i funzionari sono fuggiti all’arrivo dei ribelli e hanno paura a tornare sul posto di lavoro. Inoltre non ci sono più i soldi per pagarli. Fonti Onu con- tano in 206.000 gli sfollati interni (di cui la metà bambini) e oltre 60.000 i rifugiati nei paesi vicini. Mentre 1,6 milioni di centrafri- cani hanno bisogno di aiuto di emergenza. «Qualcosa si muove, iniziano ad arrivare i prefetti nominati dal governo centrale, nelle 16 pre- fetture in cui è diviso il paese» ricorda padre Aurelio, senza troppo ottimismo. «Questi ribelli, sono sempre in città, ma hanno ridotto abba- stanza le attività, perché ormai hanno razziato quasi tutto. Stanno andando nei villaggi». In effetti, mentre a Bangui la si- tuazione sembra normalizzarsi poco alla volta, violenze e sac- cheggi continuano nelle campa- gne. Ancora padre Aurelio ne è testimone. Il giorno 7 agosto, sulla strada Bozoum - Bassan- goa ha contato almeno 14 vil- laggi deserti, raccolto testimo- nianze di esecuzioni sommarie e saccheggi. Intanto 2.400 sfollati si sono presentati negli stessi giorni alla missione di Bozoum: «Sono fuggiti da zone a 65-90 km da qui, dopo che i ribelli hanno ucciso almeno 15 per- sone, ma temiamo che siano ol- tre 40. La questione è che non c’è nessuna autorità a cui rivol- gersi per fare giustizia. Coloro che comandano sono della Se- leka, ovvero sono gli stessi che fanno i saccheggi, quindi c’è poco da sperare. Inoltre, oggi OTTOBRE 2013 MC 29 MC ARTICOLI dove miliziani improvvisati chie- dono qualche soldo. Dal diario del 4 agosto: «Il viaggio è andato bene, nonostante le 12 barriere che i ribelli hanno messo sulle strade: una media di una ogni 30 km!». A Bangui è iniziato molto lenta- mente il disarmo dei ribelli, ma ci sono poche speranze che fun- zioni, perché si parla di circa 5.000 unità e quando si ritirano le armi occorre dar loro qual- cosa, riconvertirli, ci vogliono mezzi, soldi, volontà da tutte le parti. «La comunità internazio- nale, in particolare gli stati afri- cani, a inizio maggio avevano promesso un aumento della forza multinazionale, però dei 2.000 militari previsti pare che siano arrivati solo 150 carabi- nieri del Congo. Sono loro che si occupano del disarmo, in teoria. L’esercito regolare si è disinte- grato, non accenna a ripren- dersi. I soldati hanno paura, quando ritornano nelle caserme le trovano occupate dai ribelli che li mettono in prigione o li uc- cidono». Dal primo agosto la Micopax cambia nome passando sotto l’e- gida della Ua e diventando la Mi- sca (Missione internazionale di sostegno al Centrafrica). Gli ef- continua a pagina 32 ©Aurelio Gazzera
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