Missioni Consolata - Ottobre 2013

I numeri sono schiaccianti. Le persone coinvolte sono «sol- tanto» novecentomila su una popolazione di 201 milioni. Eppure la questione indigena nel Brasile della crescita economica e delle proteste di piazza è un tema dirompente. È una scelta tra la strada dell’omologazione al modello neoliberista e dello svi- luppo fondato sul saccheggio delle risorse naturali e quella della difesa di popoli indigeni a volte ridotti a pochi individui. «La situazione è molto grave e io mi sento in un’angustia indicibile, perché non riesco a sensibilizzare un numero sufficiente di persone che possano rovesciarla». A par- lare così è Carlo Zacquini, missio- nario della Consolata, da 48 anni in Brasile. Per motivi di salute fratel Carlo risiede a Boa Vista, capitale dello stato amazzonico di Roraima, ma per tantissimi anni ha vissuto nella foresta con gli in- digeni. «Pochi mesi dopo il mio arrivo in Brasile, era il primo maggio del 1965, alla foce del Rio Apiaù, ebbi la fortuna di incontrare alcuni in- digeni che allora erano chiamati Vaikà. Oggi so che erano Yano- mami del villaggio Yõkositheri. Fu amore a prima vista. In seguito ebbi vari contatti sempre con lo stesso gruppo, finché, per l’as- sentarsi del mio collega padre Giovanni Calleri, ebbi l’occasione di cominciare a vivere tra gli Yano- mami del Rio Catrimani. Poco alla volta, mentre cercavo di sopravvi- vere in quel luogo, molte volte senza il minimo necessario, impa- rai una delle loro lingue e, comin- ciai a fare delle ricerche sulla loro cultura». Le attività di fratel Zac- quini furono interrotte nel 1974, dalle opere di una strada genocida - la Perimetral Norte o Br-210 - che il governo militare di allora aveva deciso di costruire per an- dare dall’Atlantico al Pacifico. «Fu una tragedia che non dimenti- cherò mai. Vari villaggi furono de- cimati da malattie sconosciute agli Yanomami, portate dagli ad- detti alla costruzione della strada. BRASILE di PAOLO MOIOLA QUESTIONE INDIGENA / INCONTRO CON FRATEL CARLO ZACQUINI In Brasile i diritti dei popoli indigeni sono sotto attacco. Un attacco molto insidioso perché messo in atto da istituzioni pubbli- che (governo e con- gresso). In queste pagine fratel Carlo Zacquini, una vita trascorsa a lottare a fianco degli indigeni, e degli Yanomami in parti- colare, racconta cosa sta accadendo e quanto grave sia la situazione. OTTOBRE 2013 MC 21 # Fratel Carlo Zacquini con l’amico Davi Kopenawa, sciamano e riconosciuto leader yanomami, in una foto dell’agosto 2013. © nes Arciniegas Tasco IL BIANCO CHE SI FECE

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