Missioni Consolata - Ottobre 2013

Ci concedevamo delle sane ri- sate: la tua era una lunga e pos- sente cascata di scrosci frago- rosi e accattivanti. Un altro punto su cui collima- vamo al 100 per cento era rap- presentato dall’espressione: «Nella vita temi specialmente chi si reputa un genio, mentre è solo un rompiscatole!». Capo mio, eri pure tifoso della Juventus, mentre io ero estraneo a ogni cultura pallonara. Tutta- via, dopo qualche stagione, mi ritrovai a tifare Juve, solidale e «ammagliato» dal... «capo mio». Tu, roccioso di carattere, tra- scorrevi le giornate appoggian- doti continuamente e senza ri- serve sulla «roccia» della Parola di Vita. Fu una fede che ti accom- pagnò e sorresse sempre, spe- cialmente i giorni oscuri, dolo- rosi e interminabili del cancro. La passione per la «Parola» ti spinse a Nazaret, a Gerico, a Ge- rusalemme e dintorni, dove camminasti come pellegrino per diversi mesi e a più riprese. La Parola ti consentì di dettare me- ditazioni profonde e toccanti. Come dimenticare, ad esempio, un tuo quaresimale sul Libro di Giona? Il fascino della Parola di Dio contagiò pure «Missioni Con- solata». Infatti la rubrica biblica mensile della rivista «Così sta scritto», curata da don Paolo Fa- rinella, fu merito tuo. Fosti redattore e direttore di «Missioni Consolata», come nessun altro. Alcuni numeri spe- ciali monografici della rivista vennero poi ristampati anche come libri. «Allah akbar», ad esempio, interamente dedicato all’Islam. Capo mio, Benedetto! Un capo tosto, convinto e sereno. Ora, mentre passeggi in compagnia di tanti amici attraverso le galassie luminose del Paradiso, facci an- cora sentire la tua possente ri- sata. Sarà una garanzia che la nostra povera preghiera è stata accolta dal Padre celeste. Vero, che continuerai a ridere, capo mio? p. Francesco Bernardi, missionario in Tanzania OTTOBRE 2013 MC 11 MC ARTICOLI UNA VITA ESSENZIALE N ato a Montegranaro (Fermo) il 12 ottobre 1937, figlio di Pa- squale e Maulo Maria, a 21 anni (1958) emette la prima pro- fessione religiosa come Missionario della Consolata. Ordi- nato sacerdote nel 1963, dall’ottobre 1964 al 1972 insegna nel seminario minore di Bevera di Castello Brianza, mentre studia all’Università Cattolica di Milano dove si laurea in Lettere nel 1971. Il 1973 è dedicato allo studio dell’inglese a Londra. Nel ’74 completa i suoi studi in Sudafrica per qualificarsi all’insegnamento nel mondo inglese. Rimane in Sudafrica fino al 1986: vice parroco di Er- melo, parroco a Piet Retief e poi responsabile del Centro Pastorale di Damesfontein, dopo l’anno sabbatico di approfondimento pasto- rale al Gaba Institute presso Eldoret in Kenya nel 1983. Il primo luglio 1986 è ufficialmente destinato a lavorare nella rivi- sta a Torino, dove, liberatosi dagli impegni in Sudafrica, arriva all’i- nizio del 1987 per dare il cambio all’attuale direttore in partenza al- lora per il Kenya via Inghilterra per l’inglese. Il suo primo lavoro è completare la serie dei quaranta numeri di «Missione come», la mini enciclopedia missionaria della rivista Amico. Redattore e an- che direttore per un breve periodo, durante il suo servizio alla rivi- sta visita il mondo consolatino in lungo e in largo. Forse l’unico po- sto dove non va è l’Asia, soprattutto laMongolia, dove sogna tanto di andare. È stato inoltre autore e curatore di numerosi saggi. Colpito da un tumore al maxillo facciale, è operato con successo una prima volta nel 2007, tornando al suo posto di lavoro come se niente fosse, o quasi. Tra settembre 2009 e giugno 2010 realizza il suo desi- derio di vivere un anno in Terra Santa totalmente dedicato agli studi biblici che tanto ama. Rientrato in redazione, accolto a brac- cia aperte, nel luglio 2012 ha una ricaduta del tumore da cui non si è più ripreso nonostante i massicci interventi. Cosciente della sua condizione fa di tutto per non farla pesare. Continua a lavorare come sempre fino a quel 18 giugno, quando una grave emorragia lo costringe in ospedale da cui esce alle prime ore del 3 luglio pas- sando per la «porta stretta» che conduce in cielo. Ora il suo corpo riposa nel suo paese nativo. Gigi Anataloni © Gigi Anataloni - 1966

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