Missioni Consolata - Agosto/Settembre 2013

OSSIER 48 MC AGOSTO-SETTEMBRE 2013 R azie Amani è una giornalista e docente universitaria iraniana. Ha studiato in Italia e insegna la lingua ita- liana in un ateneo di Teheran. Professoressa Amani, qual è l’attuale situazione econo- mica dell’Iran dopo le sanzioni internazionali? «A causa delle sanzioni l’economia dell’Iran ha subito forti e innegabili conseguenze negative. Un aumento drastico dei prezzi e di conseguenza il calo notevole di potere di acqui- sto della moneta. I settori economici più toccati sono quello petrolifero e bancario, ma in generale un po’ tutti. La man- canza di alcuni prodotti pesa maggiormente. È il caso dei medicinali e dei farmaci indispensabili (soprattutto per ma- lattie considerate gravi o croniche) e dei pezzi di ricambio (per le attrezzature ospedaliere, per le auto eccetera), per- ché la mancanza incide direttamente sulla produzione e sui costi. In generale, l’embargo va a colpire soprattutto i più deboli, la fascia medio-bassa della popolazione che ora si vede costretta al “minimo indispensabile”. Questa è la ra- gione principale per la quale la gente non accetta le accuse delle potenze straniere e i loro ragionamenti; essa si sente vittima diretta e innocente di una punizione e una pres- sione economica ingiuste che vorrebbero costringere l’Iran a cambiare la sua politica estera e interna. Nulla di quello che viene detto contro l’Iran risulta credibile agli occhi del più semplice cittadino iraniano, anche quello meno alli- neato con le politiche dei suoi governanti. In sintesi, le san- zioni stanno pesando molto sulle spalle della gente, danneg- giano l’economica e le imprese, mettono in seria difficoltà la vita di tutti, ma non piegano gli Iraniani, anzi li rafforzano». Come reagisce la popolazione? «La popolazione reagisce con attenzione e intelligenza. Ha una capacità straordinaria di valutare la situazione politica dell’Iran e del mondo; ha anche la capacità critica di giudi- care la condotta del governo e dello stesso presidente ma non si lascia ingannare facilmente dalla macchina propa- gandistica delle potenze occidentali obbedienti agli Stati Uniti. Sente sulla propria pelle l’arroganza e l’ingiustizia dei paesi ostili all’Iran e delle ragioni vere di questa ostilità costruita artificiosamente». La rielezione di Obama a presidente degli Stati Uniti ha aperto nuove prospettive per l’Iran? «Nessun cambiamento serio. Forse un tono meno aggressivo ma sicuramente un paese come l’Iran, preso di mira, è diffi- cilmente ingannabile dalle parole e dai media, siano nazionali che internazionali. Gli Iraniani sono cittadini di un Paese cul- turalmente molto elevato e colto: essi subiscono anche l’in- giustizia dell’Occidente e ne sono consapevoli; con questo non voglio dire che in Iran non ci sono opposizioni, dissidenze o persone che vorrebbero un approccio più morbido del go- verno con gli Usa e con l’Occidente in generale, ma la mag- gioranza ha compreso gli inganni dialettici e gli scopi reali della propaganda occidentale e si fa poche illusioni. Tuttavia nessuno rinuncia a sperare in una chiarificazione internazio- nale e in una pacificazione. Questo è sicuro...» Lei è vissuta in Italia e ne conosce bene la cultura e la lin- gua. Quali sono le relazioni con il suo paese, dopo le san- zioni? «Le relazioni economiche Iran-Italia hanno subito an- ch’esse conseguenze molto negative. E pensare che l’Italia rappresentava il primo partner economico europeo dell’I- ran! Non so se tale situazione è rimasta immune dalle san- zioni occidentali. Esse, certo, danneggiano l’Iran, ma anche l’Italia che, purtroppo, deve obbedire. Anche a costo della bancarotta». Secondo lei, quali percezioni hanno gli italiani dell’Iran? «Gli italiani, in generale, bombardati anche loro dai mass- media non hanno una giusta visione dell’Iran e degli ira- niani, ma questo non rappresenta solo una realtà italiana: riguarda tutto l’Occidente. Vi sono, tuttavia, italiani infor- matissimi con i quali ho avuto la fortuna e il piacere di par- lare e scambiare le idee, che conoscono il mio paese per quello che realmente è. Per la sua incomparabile civiltà e storia, per la sua gente, rivoluzionaria nel cuore e nella mente, e per le sue caratteristiche religiose e culturali». P ROF . SSA R AZIE A MANI SULLA PELLE DELLA GENTE L’Italia era il primo partner europeo dell’Iran. Per obbedire all’embargo, ha ridotto progressivamente un legame commerciale molto importante. Divenendo complice di un’enorme ingiustizia. A destra : bambine all’uscita di una scuola. In alto : la professoressa Razie Amani durante una visita in Libano (notare il quadro alle sue spalle). Pagina seguente : il Dossier primavere arabe uscito a gennaio 2013, sempre a cura di Angela Lano. © Claudia Caramanti

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