Missioni Consolata - Agosto/Settembre 2013
LA TEOCRAZIA IRANIANA La forma di governo iraniana è oggetto di incom- prensioni e speculazioni, e paragoni con i sistemi po- litici occidentali. Tuttavia, va sottolineato che i paral- lelismi non funzionano, in quanto bisogna tenere conto di una peculiarità: l’Iran è una teocrazia basata su un sistema elettorale universale democratico. La religione e il clero detengono il vero potere. Nella Re- pubblica islamica lo stato e i suoi funzionari sono sot- toposti al potere religioso: la Costituzione, infatti, prevede un sistema misto di democrazia e teocrazia. Quest’ultima si basa su un concetto giuridico sciita duodecimano (la forma di sciismo al potere in Iran), il sopracitato vilayat-e faqih , ripreso da Ruhollah Khomeini dopo la Rivoluzione islamica del 1979 che scacciò il regime dello shah Reza Palhavi. Secondo questo concetto, i giuristi sono gli unici go- vernanti giusti, in quanto «Dio ha ordinato un go- verno islamico». Solo gli esperti in studi religiosi e nella giurisprudenza islamica «possono garantire e preservare l’ordine islamico e prevenire di deviare dal giusto sentiero dell’islam» (« Islam and Revolu- tion, Writigns and Declarations of Imam Kho- meini »). In base a tali criteri, dunque, anche il presidente della Repubblica è subordinato all’ordine religioso e alla linea politica interna ed estera dettata dai Guar- diani della rivoluzione, gli ayatollah . Di per sé, il «piano religioso» non preclude né lo svi- luppo economico né quello scientifico e culturale, e la storia degli antichi Imperi islamici (ommayyadi, ab- bassidi, i regni fatimidi, la dinastia Ottomana, tanto per fare un esempio) lo ha dimostrato, attraverso l’importante e vasto bagaglio scientifico-filosofico- tecnologico-urbanistico passato all’Europa Medioe- vale dal mondo arabo-musulmano. NONOSTANTE L’EMBARGO Secondo il Fondo Monetario Internazionale, l’Iran è la 17ª potenza economica del mondo, e, in base al piano strategico di Tehran denominato «Iran 2035», nel prossimo ventennio dovrebbe far parte delle prime sette potenze economiche del mondo. Ci spiega ancora Ali Reza: «Nonostante il pesante em- bargo economico e le difficoltà, le statistiche dimo- strano che nell’ultimo ventennio la giustizia sociale è aumentata, così come il benessere generale. Negli anni ‘80 in Iran c’era un’automobile ogni 27 persone, oggi invece un’automobile ogni 7. Sull’isolamento po- litico e diplomatico dell’Iran bisogna dire che, in primo luogo, la Repubblica islamica è a capo del Mo- vimento dei paese non allineati, ovvero un gruppo di 120 nazioni. È un paese membro osservatore del Trattato di Shanghai per la Cooperazione, alleanza eurasiatica che riunisce Russia, Cina, India e altri paesi di questo agglomerato imponente di nazioni che vanno dalla Bielorussia all’Estremo Oriente. En- tro il 2050 questi paesi, nel loro complesso, produr- ranno circa la metà del Pil (prodotto interno lordo), reale e nominale, del mondo intero». Per lo «Stato canaglia» si profila dunque un presente e un futuro pieni di sfide che la sua popolazione sem- bra voler affrontare, e vincere. • AGOSTO-SETTEMBRE 2013 MC 41 MC L’ENIGMA IRAN A YATOLLAH K HAMENEI , LA G UIDA SUPREMA Sopra il presidente della Repubblica c’è il leader della Rivoluzione islamica. Perché sopra la politica c’è la religione. Questa è la teocrazia iraniana. I l leader della Rivoluzione dell’Iran ( vali-e faghih-e iran o anche rahbar-e enghelab ) è lamaggiore auto- rità politica e religiosa del paese. Il ruolo fu istituito dalla Costituzione iraniana in accordo con la Guida dei giuristi islamici, a seguito della Rivoluzione del 1979, e dal giugno del 1989 è ricoperto dall’ ayatollah ‘Ali Kha- menei, che succedette a Ruhollah Khomeini. Il leader supremo è più potente del presidente della Repubblica. Egli nomina i dirigenti di diversi importanti incarichi nazionali - militari, governativi, dellamagistratura, dei mezzi pubblici di informazione -, orienta la politica estera della nazione e decide della pace e della guerra. Decide la lista dei nomi dei candidati per le elezioni del potere esecutivo e legislativo sia a livello nazionale sia locale, così come nomina 6dei 12membri del «C ONSIGLIO DEI GUARDIANI », una sorta di Corte suprema, che giudica la costituzionalità delle leggi approvate dal Parla- mento. Il suo potere non può essere messo in discus- sione, inbase al principio del velayat-e-faqih che stabili- sce la supremazia della religione sulla politica, dell’am- bito spirituale rispetto alle questioni materiali. La Co- stituzione richiede che il LeaderdellaRivoluzione cono- sca la giurisprudenza islamica, sia giusto e compassio- nevole, goda della stima della popolazione. Nella sua storia, laRepubblica islamicad’IranhaavutodueGuide supreme: RuhollahKhomeini e SayyedAli Khamenei. A YATOLLAH ( ā yat All ā h , segno di Allah). È un titolo ono- rifico dato agli esponenti di grado elevato del clero sciita. Si trattadi esperti ingiurisprudenza, scienzae fi- losofia islamiche. Essi insegnano in hawza , scuole o se- minari islamici. Sotto gli ayatollah ci sono gli hujjat al- Isl ā m (in persiano, hojjatol-eslam , prova o autorità del- l'Islam). Khatami, Rafsanjani e l’attuale presidente Ro- hani, tra i piùnoti, sono hojjatol-eslam . G RAN AYATOLLAH O AYATOLLAH UZMA . È un ti- tolo garantito a pochi ayatollah , partico- larmente seguiti dai fedeli e i cui scritti sono presi come guida. Un Gran ayatollah è infatti un mar- ja ’ al-taql ī d , cioè un giurista-teo- logo dello sciismo duodecimano che gode di grande autorevolezza nell’esegesi dei testi sacri e che i fedeli devono imitare. L E AYATOLLAH . L’Islam sciita con- templa l’esistenza di donne aya- tollah , e - anche se in numero ri- dotto - sono considerate al pari dei loro colleghimaschi. Sono le mujta- hideh . •
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