Missioni Consolata - Luglio 2013
cinese Xi Jinping e il primo mini- stro giapponese Abe Shinzo. Si sono poi susseguite le visite nelle quattro capitali degli inviati speciali con particolare atten- zione al cinese Wu Dawei dato a più riprese in partenza per Pyongyang per riportare il regime a più miti consigli. Mentre a volare nella capitale nordcoreana è stato per primo l’inviato nipponico Iijima Isao , forse per un canale di dialogo interrotto con il test di di- cembre, sebbene i due Paesi non abbiano relazioni diplomatiche e nonostante i contrasti per le atro- cità compiute dall’esercito impe- riale durante l’occupazione della Corea nella prima metà del se- colo scorso e per la questione dei giapponesi rapiti dai nordcoreani. «La stampa internazionale ha ce- duto alla tentazione di spaventarsi da sola. Il Nord non lancerà un at- tacco nucleare contro gli Stati Uniti o contro qualcun altro. Sicu- ramente non darà inizio ad alcuna guerra. I coreani tanto del Nord quanto del Sud la pensano così. Ciò che la crisi ha dimostrato è quanto il resto del mondo debba rimettersi al passo per capire la situazione nella penisola co- reana», ha sottolineato Pearson. D’altra parte, è opinione comune che l’obiettivo del regime di Pyongyang non sia l’autodistru- zione, ma perpetuare il proprio potere. L’IDEOLOGIA DEL «JUCHE» Le minacce in qualche modo rien- trano in un copione che si ripete di anno in anno in occasione di ce- lebrazioni di primo piano per il re- gime. Nei primi quattro mesi dell’anno si susseguono l’anniversario della nascita di Kim Jong-il, il 16 feb- braio, quello della nascita di Kim Il-sung, il leader eterno celebrato nella festa del Sole, astro cui è paragonato, il 15 aprile, l’anniver- sario della fondazione dell’eser- cito, uno dei pilastri della Repub- blica democratica popolare di Co- rea (nome ufficiale del Nord), il 25 aprile. In queste occasioni il governo di Pyongyang non ha mancato in passato di fare sfoggio della pro- pria forza con parate militari o come lo scorso anno con test bali- stici di scarso risultato, prima di quello di dicembre. Il crescendo delle tensioni è coin- ciso anche con le annuali eserci- tazioni congiunte tra statunitensi e sudcoreani, questa volta andate avanti sino alla fine di aprile. Per gli Stati Uniti sono state occasione per far sfoggio di muscoli. Sui cieli coreani si sono visti volare i bombardieri B-52, ricordo del conflitto degli anni Cinquanta, i B- 2 capaci di trasportare bombe nu- cleari e gli F-22, fiore all’occhiello dell’aviazione statunitense. Ter- minate le esercitazioni il 30 aprile, dopo due settimane di relativa calma durante le quali le mi- nacce di Pyongyang si erano fatte sporadiche, a dare una nuova fiammata, seppur non ai livelli precedenti, è stato l’arrivo nelle acque coreane della portaerei della ma- rina statunitense Uss Ni- mitz. Una «provocazione» secondo Pyongyang che per tutta la durata della crisi ha 60 MC LUGLIO 2013 fatto leva sul senso di accerchia- mento. C’è infine la questione di- ritti umani, con gli inviati Onu che hanno ricevuto mandato di inda- gare sulle violazioni nei campi di lavoro forzato dove si ritiene che i detenuti siano almeno 200mila. Uno smacco per Pyongyang tanto più che dei tre componenti la commissione nessuno può essere accostato ai nemici di sempre. Si tratta infatti di un australiano, Michael Kirby, di un indonesiano, Marzuki Darusman, e di una serba, Sonja Biserko. «La lotta contro l’esterno richiede che ci sia qualcuno cui dare la colpa», ha spiegato Cavazos. Il principio è quello di riunire il popolo attorno NORD COREA # In alto : bambini ospitati in un asilo di una cooperativa agricola. Qui a fianco : militare al confine. # A destra in alto : Panmunjom, zona demilitarizzata tra Nord e Sud Corea, la sala dove, nel 1953, fu firmato l’armistizio. A destra in basso : soldatesse in marcia.
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