Missioni Consolata - Luglio 2013
LUGLIO 2013 MC 31 MC ARTICOLI cese, mentre mia sorella era stata iscritta all’asilo vietnamita. Bellissimo, anche se a casa ave- vamo bisogno dell’interprete, dato che Maddalena parlava solo vietnamita. Mio padre era fiero di tutto ciò. Era riuscito in qualcosa di straor- dinario. E non sto parlando del lavoro. Ma della famiglia. Era riu- scito, attraverso il suo impegno nell’aiutare gli altri, a farci capire cosa sia la vera felicità, il vero amore, la vera gratitudine. Che troppo spesso pensiamo solo a noi stessi quando in troppi sof- frono perché perdono «la fami- glia nella guerra, il raccolto nel- l’alluvione, il figlio per la diarrea, i risparmi per un ladro», come scrisse in una lettera. Era felice di vedere mia sorella parlare vietnamita, mio fratello giocare con i vicini di casa, me che raccontavo le birre di troppo prese con gli amici. I suoi sogni si erano avverati, realizzati sia nella vita che nel lavoro. E in tutto que- sto era riuscito anche a crescere i suoi figli. UN UOMO, UN MEDICO (MA NON UN EROE) Tutti sanno cosa è successo il 29 marzo del 2003. Mi crollò il mondo addosso. A me, a mia ma- dre Giuliana, a mio fratello Luca (mentre - per fortuna - mia so- rella Maddalena era ancora troppo piccola). A famigliari, amici, colleghi. Mio padre è stato spesso chiamato «eroe». Non sono d’accordo. Mio padre è stato un medico, un uomo che si è messo a disposizione dei più bi- sognosi. Ma non è l’unico. In tutto il mondo ci sono persone che ri- schiano la loro vita per aiutare i più deboli, i più sfortunati… que- sto non va dimenticato. In molti mi chiedono se, ogni tanto, rimprovero mio padre per la scelta che ha fatto. Lui mi manca. Ci manca. Ma sono con- vinto che, se dovesse rivivere quel periodo, mio padre farebbe esat- tamente le stesse scelte. Era la sua vita, la sua passione. E nes- suno glielo rimprovererà. Sono passati dieci anni dalla sua morte, eppure molti dei suoi in- segnamenti li colgo solo ora. Cerco di impegnarmi nel quoti- diano per provare a rispettare i valori che egli ha difeso con tanta passione e amore. E, come detto all’inizio di questo ricordo, conti- nuo ad accettare gli inviti che ri- cevo in Italia e nel mondo, per trasmettere il suo messaggio, per ricordare la sua figura di me- dico e uomo. Sono convinto che da lassù mio padre mi guardi. E probabil- mente, considerando l’ironia di cui era largamente provvisto, si faccia pure due risate. Tommaso Urbani* N OTE 1 - Il Gruppo solidarietà ha sede a Moie di Maiolati. Questo il suo sito: www.gru- sol.it. 2 - Ebbe luogo tra luglio e agosto del 1997. Si trattò di una lotta intestina tra i due uomini forti del governo: Hun Sen e il principe Norodom Ranariddh. Il primo ebbe la meglio. * T OMMASO U RBANI , primogenito di Carlo Urbani, è studente universitario. Partito da Forlì (Scuola interpreti), passato per Bruxelles (per un master), frequenta at- tualmente l’Università di Trieste. Appas- sionato di musica, suona il sax. V INCENZO V ARAGONA , Il medico della Sars. Carlo Urbani raccontato da quanti lo hanno conosciuto , Paoline Editoriale Libri, Milano 2013. L UCIA B ELLASPIGA , Medico senza frontiere. Ritratto di Carlo Urbani , Àncora Edi- trice, Milano 2013. A NNA M ARIA V ISSANI - M ARIANO P ICCIOTTI - A LESSANDRA C ERVEL - LATI , Carlo Urbani. “In volo... sul mondo che amo” , Edi- trice Elledici, Torino 2013.
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