Missioni Consolata - Luglio 2013
si organizzasse una conferenza di donatori per l’Angola. La Cina fu l’unico paese che si offrì di fi- nanziare questo processo met- tendo a disposizione prestiti. È chiaro che in questo senso i ci- nesi si sentono privilegiati nello sfruttamento del petrolio del- l’Angola. Si tratta di uno scambio commerciale sulla base di inte- ressi reciproci». José Eduardo dos Santos, dopo 33 anni come presidente della re- pubblica, è stato rieletto per altri 5 anni nell’agosto 2012. Come ve- dono i diversi settori sociali la non alternanza al potere? C’è opposi- zione politica in Angola? «La questione dell’alternanza al potere in Angola deve essere analizzata tenendo conto di va- riabili politiche, militari, sociali e soprattutto culturali. Il popolo angolano non pensa come il po- polo occidentale o orientale. Per questo l’analisi dell’elezione del presidente dos Santos, ha il suo inquadramento sociologico e po- litico basato su due aspetti: il primo è associato all’esistenza di un sistema monopartitico dal 1975 al 1991. Questo vuol dire che dal 1979 (anno in cui dos Santos accede al potere) fino al 1991 (firma degli accordi di Bi- cesse), non esisteva la possibi- lità di elezioni. Nel 1992 furono realizzate le prime elezioni, nelle quali dos Santos fu eletto come primo e più votato, ma senza avere la maggioranza che lo consacrasse presidente. Poi si ritornò alla guerra civile, che fece retroce- dere il paese rispetto ai pro- gressi democratici. È importante dire che fu l’Unita a riprendere la guerra. Il secondo aspetto è as- sociato al processo di pace in- terno e alla necessità di consoli- darlo. Passarono ancora dieci anni, dal 1992 al 2002, per arri- vare finalmente alla pace. Come realizzare elezioni ed eleggere un nuovo presidente in uno scenario di guerra reale, passato dal contesto rurale a quello dei principali centri ur- bani? Così passarono 23 anni dal 1979 al 2002. I primi 6 anni di pace furono impiegati nella paci- ficazione degli animi e in una ge- stione del governo condiviso con l’Unita, chiamato Gurn (Governo di unità e riconciliazione nazio- nale), sulla base degli accordi di pace. Obiettivamente solo nel 2012, con la nuova Costituzione, si arrivò alla seconda vera ele- zione presidenziale nel paese. La questione chiave è che il pre- sidente dos Santos non avrebbe, di fatto, potuto lasciare il potere prima del 2012. Se non per un golpe o per rinuncia». Dos Santos è un leader amato dalla popolazione? «Come tutti i leader che stanno molto tempo al potere, in un paese all’inizio della costruzione democratica, dos Santos è amato da alcuni, idolatrato da altri e odiato da altri ancora. In ogni caso è riconosciuto come persona che ha condotto il paese verso la pace e questo aiuta molto a equilibrare la sua imma- gine. D’altro lato, l’Mpla è il par- tito politico con maggior numero (cont. pag 22) LUGLIO 2013 MC 19 MC ARTICOLI gliori poco a poco. Tuttavia le sfide restano grandi e impor- tanti, e l’investimento dei fondi provenienti da questi settori po- trebbero essere usati in modo più efficace per creare benefici diretti alla popolazione. In pas- sato non c’era chiarezza sull’uti- lizzo di questi soldi, mentre oggi la più grande impresa petrolifera dell’Angola, la Sonangol, rende pubblici i propri bilanci, il che è un notevole passo avanti. Dall’al- tro lato, le infrastrutture sono importanti, ma non è da meno l’investimento nel capitale umano, e la diversificazione del- l’economia, come l’aumento del- l’investimento nell’agricoltura, tanto a livello famigliare che delle grandi fattorie». L’Angola è il secondo fornitore mondiale di petrolio della Cina. Può parlarci degli interessi della potenza asiatica in questo paese? Come descriverebbe il partenariato Angola – Cina? «La Cina ha una strategia chiara sull’Angola, come su molti altri paesi africani, ad esempio Nami- bia, Mozambico, Sud Africa. Que- sto interesse è reciproco, perché anche l’Angola ha bisogno della Cina, in questa fase di costru- zione e ricostruzione del paese. La Cina possiede un know how di cui l’Angola ha bisogno per cre- scere. Nel settore ad esempio delle costruzioni esiste una forte cooperazione tra i due paesi. Oc- corre dire che quando l’Angola aveva bisogno di fondi per ini- ziare il processo di ricostruzione del paese, tutte le istituzioni come Bm, Fmi, impedirono che # Pagina precedente : un militante dell’Unita, avvolto nella bandiera del partito a una manifestazione. # Sopra a sinistra : il professor José Fernandes nel suo studio a Luanda. # Sotto : una piccola scuola tra le rovine, nella campagna di Mavinga. # In centro : il presidente José Eduardo dos Santos al voto a Luanda il 31 agosto 2012. # Qui a fianco : strada minata nei pressi di Kuito Bié.
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