Missioni Consolata - Maggio 2013
Gesù di Nazareth si sia diffuso così velocemente in tutto l’Impero Romano e in modo particolare nell’area mediterranea. Per usare le parole di sant’Agostino, un padre della Chiesa che diede lustro alla nostra terra africana: «Tre sono le cose incredibili e tuttavia avvenute: è incredibile che Cristo sia risuscitato nella sua carne, è incredibile che il mondo abbia creduto ad una cosa tanto incredibile, è incredibile che pochi uomini, sconosciuti, inermi, senza cultura abbiano potuto far credere con tanto successo al mondo, e in esso anche ai dotti, una cosa tanto incredibile!». Dif- ficile non scorgere in questi avve- nimenti il piano di Dio. Cos’ha di così affascinante la Buona Notizia di Gesù di Naza- reth da coinvolgere così tante persone e far loro cambiare drasticamente il genere di vita che conducono? Felicita: Per noi schiavi il messag- gio di Gesù di Nazareth è qualcosa di sconvolgente e meraviglioso allo stesso tempo. Nella scala sociale siamo conside- rati all’ultimo posto e la nostra vita è legata agli umori dei nostri padroni. Venire a sapere che puoi rivolgerti a Dio chiamandolo Padre e scoprire che la tua dignità di persona vale tanto quanto quella dell’imperatore, è sufficiente perché questo nuovo stile di vivere ti conqui- sti e tu non desideri altro che vivere il Suo amore dando testimonianza di ciò che ha insegnato. Perpetua: Lo stesso discorso, anche se in maniera di- versa, vale per i nobili della società dell’Impero Ro- mano. È straordinario scoprire l’umanità di chi ti cir- conda e scoprire che nel mondo non conta avere tanti benefici se si ha un cuore arido incapace di accogliere la tenerezza di Dio e l’affetto del prossimo. Il messag- gio del Vangelo va ben oltre le aspettative esistenti di un cambiamento, in quanto ciò che viene realmente Carissime, di fronte a voi che avete saputo dare la vita per essere fedeli a Cristo Signore, mi sento piuttosto imbarazzato. Volete presentarvi? Perpetua: Sono una giovane donna, di poco più di vent’anni, sposata e madre di un bambino. Appartengo al ceto sociale più alto della città di Cartagine. Nella mia casa vivono anche diverse per- sone che la logica del tempo con- siderava schiave, ma che, dopo aver incontrato il Vangelo di Gesù e la sua straordinaria prospettiva di vita, sono diventate per me come fratelli e sorelle, a cui è la mia famiglia che ha la responsa- bilità di garantire una vita degna. Felicita: Io, che nella condizione di schiava vivo presso Perpetua, mia padrona , mi sento più una per- sona di casa che una serva sfrut- tata per fare dei lavori pesanti. E com’è che nel III secolo dopo Cristo Cartagine è una delle città più importanti del Nord Africa, parte inte- grante dell’Impero Romano? Perpetua e Felicita: La posizione naturale della nostra città ne fa un punto nodale dei traffici, sia per mare che per terra, nonché base di partenza per le caro- vane dirette verso Sud, verso il grande deserto e allo stesso tempo è un porto strategico per il commercio con Roma imperiale, «caput mundi». Resto stupito nel vedere che una città dell’A- frica lontana da Gerusalemme abbia fra le sue mura, nel III secolo dopo la nascita del Salva- tore, una fiorente comunità cristiana. Perpetua e Felicita: Una delle cose più sconvolgenti che anche a noi stessi causa meraviglia è il constatare come il messaggio di amore e tenerezza portato da MAGGIO 2013 MC 79 a cura di Mario Bandera 4 chiacchiere con... MC RUBRICHE 11. PERPETUA E FELICITA Perpetua e Felicita, nobildonna cartaginese la prima e schiava/amica fedele la seconda, sono protagoniste di un evento straordinario di testimonianza della loro fede cristiana nella città di Cartagine del III secolo. Durante la persecuzione dell’imperatore Settimio Severo, invitate a bruciare incenso alla statua dell’imperatore, esse risposero con un fermo rifiuto. Il loro pro- cesso è uno dei rari documenti pervenuti fino a noi di condanna a morte dei cristiani. Esse sono ricordate nel canone romano dell’Eucarestia. # Sante Perpetua e Felicita (dai mosaici di Ravenna).
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