Missioni Consolata - Maggio 2013

MC ARTICOLI reti sociali digitali che stanno contribuendo a far emergere una nuova “agorà”, una piazza pub- blica e aperta in cui le persone condividono idee, informazioni, opinioni, e dove, inoltre, possono prendere vita nuove relazioni e forme di comunità». E osser- vava: «Lo sviluppo delle reti so- ciali richiede impegno: le per- sone sono coinvolte nel costruire relazioni e trovare amicizia, nel cercare risposte alle loro do- mande, nel divertirsi, ma anche nell’essere stimolati intellettual- mente e nel condividere compe- tenze e conoscenze. I network diventano così, sempre di più, parte del tessuto stesso della società in quanto uniscono le persone sulla base di questi bi- sogni fondamentali. Le reti so- ciali sono dunque alimentate da aspirazioni radicate nel cuore dell’uomo». L’ambiente digitale è ormai «parte della realtà quotidiana di molte persone, specialmente dei più giovani. I network sociali sono il frutto dell’interazione umana, ma essi, a loro volta, danno forme nuove alle dinami- che della comunicazione che crea rapporti: una comprensione attenta di questo ambiente è dunque il prerequisito per una significativa presenza all’interno di esso. La capacità di utilizzare i nuovi linguaggi è richiesta non tanto per essere al passo coi tempi, ma proprio per permet- tere all’infinita ricchezza del Vangelo di trovare forme di espressione che siano in grado di raggiungere le menti e i cuori di tutti. [...] Una comunicazione efficace, come le parabole di Gesù, richiede il coinvolgimento dell’immaginazione e della sen- sibilità affettiva di coloro che vo- gliamo invitare a un incontro col mistero dell’amore di Dio». Per questo, papa Ratzinger conclu- deva: «Quando siamo presenti agli altri [...] siamo chiamati a far conoscere l’amore di Dio sino agli estremi confini della terra», anche e sempre di più, quindi, nel mondo di Internet. UN NUOVO ASSETTO DI UOMO Non a caso, lo scorso gennaio, mons. Cesare Nosiglia, Arcive- scovo di Torino, incontrando i giornalisti in occasione della fe- sta di San Francesco di Sales, loro patrono, ha ricordato che «anche i media entrano ormai prepotentemente nella que- stione antropologica e dunque in quel nuovo assetto di uomo che si sta delineando mediante la scienza e la cultura». Chiunque accede ai social networks può aumentare le sue conoscenze e migliorare la sua posizione all’interno di un gruppo (ci asteniamo dal consi- derare qui la possibilità che qualcuno si presenti non per quello che è, ma secondo quello che vorrebbe essere). Così, da un lato, queste tecnologie rivolu- zionano la comunicazione e la vita in tutti i settori, rendendo possibili, ad esempio, lo scambio di informazioni e cultura, l’acqui- sto di beni, o addirittura inter- venti chirurgici a migliaia di km di distanza. Ai giovani, in partico- lare, i nuovi media consentono di «frequentare» corsi di lingue, di fotografia e altro, di condividere gratuitamente la loro passione e le loro competenze con altri «utenti», di scoprire (in mezzo a tanta «spazzatura») nuovi talenti musicali, artistici, culturali… Al punto che, soprattutto per loro, i social networks sono non uno strumento, ma un’estensione delle loro relazioni, «territori» sempre presenti, quasi una quarta dimensione della vita. Dall’altro lato, questi media fanno nascere problemi sociali in milioni di persone, ancora una volta soprattutto giovani, perché ne modificano la vita e quindi la personalità. In un numero cre- scente di ragazzi la «dipen- denza» dai social networks è pa- ragonabile a quella creata dalla MAGGIO 2013 MC 59

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