Missioni Consolata - Maggio 2013
La tenda è mobile e dunque leva- bile in qualsiasi momento, ma il concetto di autonomia viene ri- cordato anche dall’arredo ur- bano. Nella piazza, accanto alle panchine, trovano posto delle pic- cole colonne di legno massiccio a memento della richiesta di auto- nomia. Incisa hanno una sem- plice scritta: mojón autonomia , cippo dell’autonomia. Domandiamo spiegazioni a un vi- gile urbano che, tranquillamente (pur essendo un impiegato pub- blico in servizio), ci conferma l’a- nelito autonomista e si presta per una foto accanto al cippo. Se le idee autonomistiche meri- tano attenzione (fintantoché ri- mangono nei binari della legalità) 4 , è però altrettanto dove- roso non chiudere gli occhi da- vanti a una Bolivia divisa dalle in- giustizie fondate su base etnica e dalla povertà. Contro queste in- giustizie e contro questa povertà si batte il governo centrale. Una lotta tutt’altro che facile. Nei din- torni della piazza centrale di Santa Cruz a chiedere le elemo- sine sono soltanto persone indi- gene. Sedute sui marciapiedi o a lato delle gelaterie, trascorrono le giornate chiedendo un’obolo donne piccole e un po’ tozze, con i capelli neri raccolti in due trecce, le grandi gonne che ingrossano più del reale e 2 o 3 figlioletti nelle immediate vicinanze. IL BENI NON VUOLE LE MODELLE Dal dipartimento di Santa Cruz ci sposteremo a quello del Beni, anch’esso a maggioranza non- indigena e politicamente avverso al governo di Evo Morales. Torniamo al Terminal bimodal della città cruseña per prendere un bus alla volta di Trinidad, capi- tale del dipartimento, circa 500 chilometri in direzione Nord. La signora seduta accanto a noi è al telefono e non possiamo non sentire. «Di quanto abbiamo vinto? Sono sicuri i risultati?». Il Beni ha appena eletto il nuovo go- vernatore e la lotta era tra il can- Tarija, disegnando appunto una «Mezza Luna». Per ragioni etni- che (la maggioranza degli abitanti - conosciuti anche come camba - sono bianchi o meticci) ed econo- miche, questa regione ambisce all’autonomia dal resto del paese a maggioranza indigena. Il cuore di Santa Cruz è la verdis- sima Piazza 24 di Settembre, dove si trova anche la cattedrale di San Lorenzo. La piazza non è soltanto un luogo piacevole, ma anche il simbolo dello spirito che anima la città. Per capire di che si tratta, è sufficiente guardarsi at- torno. Su un lato della piazza c’è un ga- zebo sotto cui è ospitato un grande pannello a colori con le foto dei prigionieri e dei persegui- tati politici in Bolivia. I più cono- sciuti sono Leopoldo Fernández, già governatore del Pando, e Branko Marinkovic, imprenditore di Santa Cruz. Secondo gli autori della protesta (sei tra partiti del- l’opposizione e associazioni), la Bolivia sarebbe una vera ditta- tura. La frase finale incita ad agire: «Non essere indifferente, il prossimo potresti essere tu!». MC ARTICOLI (segue a pagina 56)
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