Missioni Consolata - Maggio 2013

46 MC MAGGIO 2013 OSSIER ISPIRAZIONE RELIGIOSA, STILE LAICO Finora Cavoli Nostri ha ridato vita a 2,5 ettari dei sei disponibili, impiegandoli per la coltivazione ortofrut- ticola. Il Cottolengo concede i terreni in comodato d’uso, in cambio la cooperativa fornisce alla Piccola casa i prodotti necessari al sostentamento dei suoi ospiti, che oggi sono una ventina, alcuni molto an- ziani, e tutti uomini. «Ci sono anche 5-6 sordomuti, stiamo imparando il linguaggio dei segni per comunicare meglio con loro» spiega Silvia. Mentre ci accompagna a visitare le serre (ce ne sono tre già in funzione, ma ne stanno montando altre per incrementare la produzione), Sil- via ci racconta l’origine del nome Cavoli Nostri. «Ci ha dato lo spunto fratel Marco, raccontandoci un epi- sodio della vita di San Giuseppe Cottolengo: per assi- stere i malati rifiutati dall’ospedale, il Cottolengo aveva preso in affitto due stanzette a Torino; poi però era scoppiata un’epidemia di colera ed era arri- vato lo sfratto. I volontari che aiutavano il santo erano disperati, non sapevano che fine avrebbero fatto, ma lui li rassicurò dicendo: “Come il cavolo va trapiantato per potersi riprodurre, così sarà anche per noi”. Detto fatto: il Cottolengo prese in affitto un piccolo rustico, che fu all’origine dell’attuale Casa della Divina Provvidenza di Torino, in grado di ospi- tare oggi centinaia di persone». Anche tra i soci della cooperativa si respira quella «fiducia nella Provvidenza» tipica del più genuino spirito cottolenghino: una fiducia che spinge a non arrendersi davanti alle difficoltà, e a vivere secondo gli ideali della sobrietà e della solidarietà. «Cer- chiamo di fare buon uso delle risorse a nostra dispo- sizione, senza sprecare nulla, nel rispetto delle per- sone e dell’ambiente» spiega Silvia mostrandoci la serra delle fragole: i bancali con le piantine sono stati ricavati da vecchi letti del Cottolengo dismessi, e sono rialzati da terra «così da permettere anche a chi ha problemi fisici di poter lavorare, restando in piedi anziché a terra ginocchioni». Se Cavoli Nostri continua la tradizione solidaristica del Cottolengo, lo fa però in uno stile del tutto laico: «La cosa bella è che pur trovandoci in una struttura religiosa viviamo nella piena libertà d’espressione, credenti e non» spiega Silvia. «Quello che condivi- diamo sono valori umani di solidarietà e di amore per il prossimo». RIPENSARE IL WELFARE Cavoli Nostri è una cooperativa sociale di tipo b che cura la riabilitazione e l’inserimento lavorativo di persone svantaggiate dai 18 ai 60 anni: disabili psi- chici e intellettivi, ma anche rifugiati politici. «Oggi, con la crisi dello stato sociale e il declino di molti ser- vizi essenziali, nel nostro piccolo vogliamo dimo- strare che si può fare welfare in modo nuovo, rag- giungendo la piena sostenibilità economica per uscire dalle logiche dell’assistenzialismo» spiega Ste- fania, socia volontaria di Cavoli Nostri. «Adesso con la vendita ortofrutticola riusciamo a retribuire al- cuni dei nostri ragazzi, anche grazie all’apertura di un punto vendita diretto». Dallo scorso giugno infatti Cavoli Nostri è aperto al pubblico tutti i sabati mat- tina (nella bella stagione anche mercoledì pomerig- gio). «Ogni sabato abbiamo una cinquantina di acqui- renti, non è poco se consideriamo che qui in paese quasi ogni abitante ha il proprio orto», spiega Stefa- nia. «Molti vengono a comperare dalla città, lavo- riamo grazie al passaparola e riforniamo anche al- cuni gruppi d’acquisto. I nostri prodotti sono molto In queste pagine : immagini della cooperativa Cavoli Nostri. Sopra : Elena, Giovanni, Silvia e Martina. A fianco : coltivazione di fragole «aerea» su letti del Cot- tolengo. Pagina a fianco : Paolo lavora in serra. © Silvia Venturelli per Cavoli Nostri © Massimo Maiorino

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