Missioni Consolata - Maggio 2013
42 MC MAGGIO 2013 OSSIER più o meno espressi. In questi mesi ad esempio c’è tra noi un ragazzo afghano» spiega Paolo. Lui è anche l’at- tuale vicepresidente di «Uno di Due», cooperativa di produzione e lavoro nata un anno e mezzo fa da due realtà preesistenti, l’Orto dei Ragazzi nato in collabo- razione con Cisv e Pampili. Il Comune di Torino mette a disposizione di questi giovani borse lavoro per la du- rata di 6 mesi durante i quali, oltre a imparare un me- stiere, acquisiscono anche regole di comportamento come la puntualità, la continuità dell’impegno, l’abitu- dine a non usare il cellulare mentre si lavora... «Per ri- uscire a essere puntuali molti di loro fanno grossi sa- crifici, perché stanno nei dormitori giù in città e de- vono alzarsi alle 5 di mattina per arrivare qui alle 8» spiega Paolo. «A volte sono in Italia da poco tempo e hanno bisogno di imparare la lingua, a qualcuno inse- gniamo a usare il computer. Inoltre cerchiamo di for- marli sui diversi aspetti del mondo del lavoro: i diritti, le norme sulla sicurezza, ecc.». L’ALTRA FACCIA DI ROSARNO Le attività che i «ragazzi» si trovano a svolgere sono numerose: dall’orticoltura alla vendita e consegna dei prodotti a domicilio, dalla produzione del miele a quella delle uova. Oltre a questo devono garantire tutta una serie di servizi a beneficio dell’intero com- prensorio, come il taglio dell’erba o l’abbeveraggio de- gli asini affidati loro in comodato d’uso dai contadini del vicinato. «Io guido il furgone per le consegne a domicilio, si parte al mattino e si rientra la sera. Smerciamo 300 panieri di frutta e verdura ogni settimana, in tutta la città di Torino e nei comuni della cintura» dice Moha- med. «I nostri prodotti sono certificati biologici. Noi qui produciamo soprattutto miele e uova, ma da al- cuni anni si è creata una collaborazione con altre aziende del territorio specializzate in produzioni di- verse, sempre bio. Nessuna realtà locale da sola può produrre tutto, così noi raccogliamo frutta e verdura da un gruppo di fattorie selezionate e prepariamo i panieri, garantendo agli acquirenti prodotti sani e col- tivati nel rispetto dell’ambiente». «Anch’io vado con Mohamed a fare le consegne, inol- tre ho il compito di tenere pulito il pollaio e di racco- gliere le uova: adesso abbiamo 200 galline ruspanti al- levate a terra, che producono 120-130 uova ogni giorno» dice orgoglioso Francesco, 24 anni, in attesa di una borsa lavoro dal Comune. E racconta: «Ho stu- diato da perito agrario, poi ho iniziato a collaborare con l’Orto dei Ragazzi. Qui sto imparando tante cose, la vita a contatto con la natura e con gli animali mi piace molto. Spero di continuare questo lavoro an- cora a lungo. Il mio sogno sarebbe metter su una piantagione di zafferano insieme ai miei genitori». Se necessario i ragazzi si fermano nell’Orto anche per periodi superiori ai 6 mesi della borsa lavoro. «Non abbiamo fretta di mandarli via, l’importante per noi è che riescano a trovare una collocazione professionale adeguata, cioè dignitosa e con contratti regolari», spiega Paolo Orecchia. «Noi vorremmo essere un po’ l’altra faccia di Rosarno. Oggi, malgrado la crisi, il set- tore agricolo ha bisogno di manovalanza, ma spesso si preferisce far lavorare le persone in nero, mentre noi puntiamo a che i nostri ragazzi trovino un lavoro le- gale e stabile. Per questo offriamo loro un percorso guidato, in grado di accreditarli agli occhi delle aziende. Il nostro compito è semplicemente questo: accoglierli, orientarli e aiutarli a inserirsi nel mondo del lavoro facendo da “garanti”. Se ci dimostrano di essere in gamba e volonterosi, se si impegnano, noi li promuoviamo di fronte alla Coldiretti, alle aziende ecc. I ragazzi che hanno voglia di lavorare riescono a collocarsi abbastanza facilmente». Oggi almeno il 50% dei ragazzi dell’Orto trova un lavoro fisso, «ma prima della crisi si arrivava anche a percentuali del 60% o superiori. Adesso la maggior parte di loro si si- stema in aziende, cooperative agricole o nei vivai, ma c’è anche chi si inserisce in attività diverse. Abbiamo un ragazzo che fa il falegname, un altro che lavora in un hotel, un altro ancora fa il panettiere...». Spesso i contatti con i ragazzi continuano anche dopo che hanno lasciato l’Orto, e nel corso dell’anno si organiz- zano cene e incontri conviviali per ritrovarsi e mante- nere vivi i legami d’amicizia creatisi durante il tiroci- nio. I PANIERI DELL’ORTO Per agevolare gli acquisti, i clienti dell’Orto possono fare gli ordinativi via Internet. La consegna a domici- lio avviene a cadenza settimanale mentre il paga- mento si effettua con un bonifico a fine mese, a fronte dell’emissione di una fattura, «sempre all’insegna della trasparenza e della legalità» tiene a precisare Paolo. I prezzi variano a seconda del peso e, conside- rato che è tutto rigorosamente biologico, risultano più che onesti: un paniere piccolo (4 kg) ad esempio costa © Archivio Orto dei Ragazzi
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