Missioni Consolata - Maggio 2013

«S ono arrivato in Italia come clan- destino 14 anni fa, dopo un viag- gio in nave dal Marocco durato una settimana, senza quasi man- giare né bere... In Italia mi sono adattato a fare diversi lavori: mu- ratore, imbianchino, carrozziere. Poi ho avuto dei guai con la giustizia e sono entrato in contatto con il Gruppo Abele e altre associazioni impegnate nel disagio giovanile, grazie a loro ho conosciuto l’Orto dei ragazzi». A parlare è Mohamed, 38 anni, che oggi abita a Beinasco, in provincia di Torino, è sposato con un’italiana e lavora in pianta stabile all’Orto, dove si occupa delle consegne a domicilio di frutta e verdura. Ubicato sulla collina torinese, non lontano da Su- perga, l’Orto fa parte di un più ampio comprensorio: la Città dei ragazzi, fondata nel 1948 da don Giovanni Arbinolo che, ispirandosi ad analoghe esperienze dif- fuse negli Usa, intendeva offrire un’alternativa di vita e di lavoro agli orfani di guerra, in gravi condizioni di miseria e abbandono. «I tre pilastri del sistema di don Arbinolo sono gli stessi che ancora oggi animano il nostro impegno: l’accoglienza, la formazione professionale, il lavoro», spiega Paolo Orecchia, 39 anni, una laurea in Scienze forestali e ambientali, che dal 2004 coordina le atti- vità agricole della Città dei Ragazzi. Qui nel tempo è cambiato il target degli interventi, dagli orfani di guerra si è passati, negli anni ‘60-’70, ai ragazzi delle periferie urbane disagiate per arrivare, ai giorni no- stri, all’accoglienza di stranieri, richiedenti asilo o ri- fugiati. «I giovani che arrivano da noi hanno un’età media di 20-30 anni, per la maggior parte provengono dall’A- frica (Somalia, Congo, Costa d’Avorio, Nigeria, Ma- rocco) o comunque da zone di guerra e di conflitto MAGGIO 2013 MC 41 MC ORTI SOLIDALI ESPERIENZE 2/ L’ORTO DEI RAGAZZI COLTIVARE L’INTEGRAZIONE DI S TEFANIA G ARINI Rifugiati e richiedenti asilo africani (e non solo) hanno trovato una nuova vita in Italia. Sulla collina torinese si occupano di ortaggi, galline e api. C’è anche un campo col- lettivo per l’agricoltura partecipata delle famiglie di città. Con lo scopo di formare consumatori consapevoli. © Archivio Orto dei Ragazzi

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