Missioni Consolata - Maggio 2013
fino a costituire vere tratte di co- municazione della zona. Realiz- zate inizialmente dalla popola- zione locale, con il tempo sono diventate di interesse pubblico, richiamando l’attenzione dello stato che nel tempo le ha asfal- tate e ora le gestisce. Oggi que- ste strade più o meno asfaltate costituiscono un elemento im- portante di sviluppo, ma allo stesso tempo uno strumento di conflitto: per lo stato rappresen- tano la via per raggiungere zone ricche di materie prime, spesso appaltate a multinazionali stra- niere, come nel caso del petrolio nella zona di San Vincente; per la guerriglia rappresentano l’en- nesimo furto nei confronti della popolazione colombiana. Proprio due mesi prima del nostro ar- rivo, in luglio, la guerriglia ha fatto saltare un ponte lungo il tratto che noi percorriamo e ora, dopo la veloce ricostruzione da parte dell’esercito, ogni ponte della pedemontana è sorvegliato 24 ore su 24 da militari, con costi esorbitanti per lo stato. LA MADONINA Deviamo per un villaggio chia- mato «La Madonina», presso la località Santuario: ci sembra di essere dentro un presepe am- bientato nel Far West ! Una signora, lungo la strada, spreme in un torchio di legno la canna da zucchero e ne vende il succo. Qui incontriamo padre Marini Antonio: è in Colombia ormai da cinquant’anni e guida una landrover che vuole tenere in vita perché non arrugginisca. Ci racconta squarci di vita degni di un romanzo: nel ’96 i campe- sinos avevano organizzato una protesta, che lo stato aveva ten- tato di frenare con l’esercito. In tale contesto di violenza, per evi- tare spargimenti di sangue il pa- dre li aveva ospitati in parroc- chia, dove hanno stabilito regole precise per mantenere l’ordine all’interno dell’istituto. Tra i mili- tanti c’era un ufficiale, che era stato suo allievo: per il grande rispetto nei suoi confronti non fece razziare le riserve alimen- tari, permettendo a tutti di conti- nuare ad avere cibo. Durante la visita alla sua mis- sione ci ha introdotti nel labora- torio da lui stesso attrezzato dove è in grado di eseguire lavori di carpenteria, piccola mecca- nica, manutenzione e ci ha spie- gato che un tempo per i semina- risti erano previste esercitazioni di edilizia idraulica elettrotecnica perché fossero in grado di fare un po’di tutto. Ora ha 86 anni e ammette di non avere più tanta forza fisica, ma ci lascia una frase che è diventata nostro patrimonio, «Bisogna im- piegare bene il tempo per non averlo contro». Perciò ha ripreso a studiare teologia dedicandosi a quella medioevale. 30 MC MAGGIO 2013 COLOMBIA
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