Missioni Consolata - Maggio 2013

zione di come era una volta la zona, le avventure per raggiun- gere anche i più lontani insedia- menti, le sfide affrontate, la paura frequente per la situa- zione di guerriglia, le conquiste. Ancora più affascinante ci ap- pare l’amore per questa terra che lo pervade ai nostri giorni, oggi. Un amore cresciuto, rinno- vato, attuale, concreto. Quando dal balcone di casa ci indica tutti gli edifici significativi della città, i suoi occhi si animano e le vie del quartiere (che si chiamano calle e carrera , a seconda dell’orien- tamento) si animano virtual- mente davanti ai nostri. LA PEDEMONTANA Ci rimettiamo in viaggio verso l’interno. Ci vogliono 170 chilo- metri per raggiungere Carta- gena del Chairà, l’ultimo paese dove arriva la strada. Dopo, per proseguire, occorre utilizzare la barca e scendere lungo il fiume Caguan. È il primo impatto con le vie di comunicazione colom- biane e soprattutto con i tempi necessari per percorrerle: qui si sa quando si parte, ma non si sa né se si arriverà né quando. Si possono fare previsioni, tenen- 20.000 abitanti, anche se con i villaggi vicini supera i 160.000, che fanno capo alle sue strutture pubbliche (comune, scuole, ospedale, università …) e alle sue attività commerciali. La no- stra attenzione è attratta soprat- tutto dai banchi della variegatis- sima frutta tropicale e dal mer- cato molto pittoresco con banca- relle di artigianato locale, dai tessuti al vasellame. Numerosi i carrettini di venditori di pietanze e di succhi preparati al mo- mento. IL VETERANO Nella casa dei missionari della Consolata, molto armoniosa ed accogliente, troviamo padre Bruno Del Piero. È arrivato nella zona verso la metà degli anni ’90 e da allora non si è risparmiato per dare dignità alla popolazione locale, realizzando opere sociali e collaborando per un’istruzione diffusa e il diritto alla sanità per tutti. Ancora oggi, all’età di 80 anni, ogni mattina percorre a piedi un bel tratto di strada per raggiungere l’ospedale e stare al fianco degli ammalati. È affasci- nante stare seduti attorno a lui, la sera, ad ascoltare la descri- dosi tuttavia pronti a ogni sorta di inconveniente. Non bisogna avere fretta né garantire la pun- tualità! Da Florencia padre Angelo Casa- dei diventa il nostro «angelo cu- stode». Ancora una volta ci sen- tiamo coccolati perché ci viene a prendere con la macchina del vescovo, messa a disposizione per tutti gli spostamenti. Lungo il tragitto ci viene spontaneo far- gli tante domande sulla vita in Colombia, la situazione politica e sociale, la sua esperienza, ap- profittando del suo essere ita- liano e dunque della lingua. La prima parte del nostro tra- gitto è costituita dalla pedemon- tana, strada parallela alle mon- tagne, ai piedi delle stesse. Tale strada rappresenta un po’ il pro- cesso di colonizzazione della selva nel tempo. Infatti prima di procedere verso il cuore della fo- resta, i coloni si sono mossi negli anni parallelamente alla monta- gna, disboscando e destinando la maggior parte del terreno ad allevamento. Per avanzare nella conquista di terra hanno creato sentieri divenuti sempre più marcati e importanti per i colle- gamenti tra i vari insediamenti, MAGGIO 2013 MC 29 MC ARTICOLI

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