Missioni Consolata - Maggio 2013

è andato verso la cima della montagna, all’inizio della valle, dove ha scoperto una sorgente incontaminata. Con la gente del posto ha messo tubi, cinque chi- lometri, e ora l’acqua potabile arriva alla missione e all’asilo annesso. Il più grande problema è convincere i pastori/pastorelli samburu a non far buchi nei tubi per risolvere le loro necessità immediate. Ci sono volute ore e ore di discussioni con gli anziani e un bel po’ di tabacco per otte- nere dei risultati, ma alla fine si sono convinti tutti che l’acqua potabile è meglio, soprattutto per i loro bambini che gioiosi fre- quentano il coloratissimo asilo della missione. Fondata nel 1999, Sererit (che significa acque scarse) ha una superficie di circa 1400 km 2 e quasi 6.500 abitanti in maggio- ranza Samburu, con alcuni pic- coli gruppi di Rendille e di Turkana. La disponibilità di ac- qua potabile è stata la ragione principale della scelta del luogo attuale, stupendo, ma un po’ marginale rispetto a tutta l’area che la missione serve. Nel futuro si pensa di trasferire il centro a Lekeri, in un luogo più piano, dove esiste già una grande scuola con un regolare campo sportivo, ma prima occorrerà co- struire un lungo acquedotto. EDUCAZIONE, SALUTE E VANGELO La missione ha solo tre centri con scuole, chiesetta e catechi- sta residente, centri avviati circa trenta anni fa, quando tutto quel- l’immenso territorio era ancora parte della missione di Baragoi (la prima missione del distretto - oggi contea - Samburu, fondata nel 1952). Questi centri sono gli unici ad avere anche alcune case in muratura e dei negozietti. Per il resto la gente è nomade e ha molta mobilità secondo le ne- cessità di pascolo o i cicli di sic- cità. Per questo p. Aldo ha creato in luoghi strategici, dove ci sono pozzi per l’acqua (spesso salma- stra), dei punti d’incontro e ag- gregazione e li ha forniti di una grande pentola nella quale cuo- cere del cibo (normalmente latte più farina di grano o preferibil- mente miglio e soia) per i bam- bini, prime vittime di un am- biente arido e spesso ostile, e of- frire loro i primi rudimenti del- l’educazione in asili provvisori. Là, sotto una pianta di acacia si radunano anche i cristiani o gli aspiranti tali per la preghiera e la catechesi, ma anche gli an- ziani per discutere di salute ed educazione, di acqua e di strade. Il fiore all’occhiello è l’asilo di Sererit, costruito proprio a ri- dosso della missione: coloratis- simo, pieno d’ingegnosi stru- menti didattici portati da fuori o ideati e realizzati sul posto con materiale locale, a misura della cultura e del modo di vivere Samburu. Con l’aiuto di volontari italiani che, salute permettendo, ritornano regolarmente a Sere- rit, sono state formate delle maestre locali che insegnano con entusiasmo e competenza. I risultati sono eccellenti. Diversi bambini usciti da quell’asilo sono entrati immediatamente nella seconda elementare sal- tando la prima. Ma l’educazione rimane un grosso problema. Gli anziani non ne capiscono la necessità. La loro vita ruota attorno al be- stiame e i bambini sono più utili a seguire le capre che sui banchi di scuola. E poi, le ragazze che studiano diventano piene di pre- tese, vogliono continuare gli studi e non accettano di sposarsi giovanissime come fanno invece le loro coetanee analfabete. Il governo, con l’aiuto della mis- sione, ha creato scuole a suffi- cienza, ma il livello dell’insegna- mento è povero, perché molti dei maestri mandati in queste aree sono tra i più scadenti, che nes- suno vuole, o sono in punizione perché ubriaconi. Manca poi una rete efficace di asili, nei quali i 24 MC MAGGIO 2013 KENYA # Queste immagini dell’area di Sererit sono state scattate agli inizi di un lungo periodo di siccità, le piogge di aprile e maggio non c’erano state, mancarono poi per altre due sta- gioni. Sono foto che illustrano bene la precarietà di un ambiente per altri aspetti bellissimo.

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