Missioni Consolata - Aprile 2013
K amiti è una parola che in Kenya fa venire i brividi. È il nome della più infame prigione maschile del paese. Infame perché costruita dai colonialisti inglesi nel pe- riodo dell’insurrezione dei Mau Mau. Infame perché durante il ventennio del partito unico, 1982-2002, era il posto dove fini- vano molti prigionieri politici. In- fame perché chi entra là, non ne esce più, chiuso com’è nel brac- cio della morte in attesa di un’impiccagione che non arriva mai - da anni non ci sono più esecuzioni, anche se la pena di morte non è stata abolita -, o condannato all’ergastolo. Infame perché ospita il fior fiore dei de- linquenti del paese: oltre 3.000 detenuti che hanno commesso tutti i peggiori delitti elencati nei manuali di criminologia. Infame perché le 800 guardie, sottopa- gate, spesso non vivono una vita migliore dei loro ospiti forzati, e alcune si lasciano coinvolgere in traffici non proprio leciti. Infame perché dalla connivenza di racket di detenuti e carcerieri corrotti, sono partite alcune delle truffe digitali più raffinate ai danni di tanti utenti di cellu- lari. Infame infine perché più di una volta c’è stato l’infausto con- nubio tra guardie corrotte e con- dannati a morte per eseguire sanguinose rapine i cui autori sparivano misteriosamente, salvo poi riapparire crivellati di colpi quando qualcuno comin- ciava a sospettare. Ma Kamiti non è solo questo. Per KENYA Testo e foto «THE SEED» BENVENUTI A KAMITI, LA PRIGIONE DI MASSIMA SICUREZZA FEDE DIETRO LE SBARRE Kamiti con 3.000 dete- nuti e 800 guardie è la prigione maschile più grande del Kenya. Vi si entra per non uscirne più. Ospita il fior fiore dei condannati a morte e gli ergastolani più pericolosi. Eppure proprio in Kamiti sta fiorendo la speranza. 62 MC APRILE 2013
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