Missioni Consolata - Aprile 2013

giorni e uno sciopero della Poli- zia militare, di 12 giorni, che hanno provocato grandissimi disagi tra i cittadini. Un altro grave problema è l’ac- cesso alla sanità. Le istituzioni sanitarie pubbliche sono ca- renti e precarie. Non ci sono strutture sufficienti per garan- tire i servizi alla popolazione. Il “ Plano de saúde ” (Assicura- zione sanitaria) privato è co- stoso, e una famiglia media con figli difficilmente se lo può per- mettere. Questa situazione è una piaga che colpisce soprat- tutto il Nordest del Brasile. Un’altra grande lacuna è quella della scuola pubblica, soprat- tutto quella gestita dallo Stato: mancano le strutture, c’è de- grado, scarsa preparazione curricolare - purtroppo anche degli insegnanti -, abbandono degli studi, ecc. Da parte dei politici, anche in questo ambito, si nota disinte- resse, perché si sa, è più facile governare un paese ignorante che uno istruito. La mancanza di educazione e istruzione tra gli adolescenti, la disgregazione familiare, e la pe- dofilia - uomini adulti che hanno rapporti con ragazzine - portano al fenomeno, piuttosto diffuso, delle gravidanze precoci. Le famiglie popolari, in Bahia, sono centrate sulla figura della donna, della madre. Molte volte l’uomo fugge dalle sue respon- sabilità, è assente. C’è molto machismo, da una parte, e strut- ture sociali matriarcali, dall’al- tra. Tutto questo, insieme all’as- senza dello Stato, concorre a creare un clima di violenza che ha raggiunto livelli molto alti. Secondo la Segreteria di sicu- rezza pubblica (SSP), nel 2012 sono stati registrati 2.391 omicidi in Salvador e nelle città della Re- gione metropolitana, con un au- mento del 12,5% rispetto al 2011». Un elemento che balza gli occhi, in tutta la Bahia (e nel resto del Nordest), è la crescita delle chiese evangeliche e penteco- stali. Ce ne sono in ogni angolo e sempre di più. Come spiega questo fenomeno? «I dati sulla religione del Censi- mento del 2010 mostrano che tra il 2000 e il 2010 la percen- tuale della popolazione che si di- chiarava cattolica è passata dal 73,6% al 64,6%. Gli evangelici costituiscono il 22,2% della popolazione. Tutta- via, il segmento evangelico è BRASILE 60 MC APRILE 2013 molto diversificato o diviso: il 60% sono pentecostali, il 18,5% appartiene alle chiese storiche o tradizionali e il 21,8% a una cate- goria che l’Ibge ( Instituto Brasi- leiro de Geografia e Estatística ) chiama “evangelici non determi- nati” dei quali alcuni non sono praticanti. Gli adepti allo spiritismo sono passati dall’1,3% al 2% e i cosid- detti senza religione sono pas- sati dal 7,3% all’8%. Stiamo vivendo un profondo cambiamento nella società bra- siliana, anche a livello religioso. Se è vero che la Chiesa cattolica sta perdendo fedeli, è altrettanto vero che le chiese protestanti (luterana, presbiteriana, battista e avventista) stanno attraver- sando una crisi profonda. Si mol- tiplicano le chiese evangeliche, frutto di una divisione e di una guerra interna alla ricerca di spazio e visibilità. Questa disputa interna al cristia- nesimo favorisce la crescita del numero di persone indifferenti al Vangelo. Un fenomeno molto in voga in questi tempi, è quello della “teo- logia della prosperità”, di tipo calvinista: il successo materiale è il riscontro della fede. I predi- catori attuano vere e proprie “strategie”, e la tecnica usata è quella dell’auto-motivazione. La tattica è approssimativamente questa: incontrano persone in difficoltà economiche, psicologi- che, sociali e iniziano a motivarle a ottenere dei risultati materiali, dei cambiamenti chiedendo di affidarsi a Dio. Se questo è cer- tamente positivo, il problema sorge quando le esperienze di successo ottenuto sono fittizie, raccontate da “comparse” allo scopo di indurre il fedele ad ab- ©Angela Lano # A destra : l’edificio azzurro, sulla piazza del Pelourinho, ospita il museo della Fondazione Jorge Amado. # Sotto : dom Giovanni Crippa. ©Archivio MC

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