Missioni Consolata - Aprile 2013
MC PICCOLA MA VIVACE attraente il Vangelo e come lo Spirito di Dio parli nel- l’intimo dei cuori, per condurre alla pienezza di vita nella fede. Storie a volte incredibili di persone che si sentono attratte dal Signore, sperimentano una pace «diversa» quando vengono a pregare nella grande tenda-cappella, scoprono la riconciliazione reciproca e con Dio e riescono a uscire dalla schiavitù dell’al- cool: solo Dio può tessere così la trama delle nostre vite e noi siamo qui a riconoscere il suo passaggio e renderlo manifesto. DAL CENTRO ALLA PERIFERIA Contemporaneamente agli sviluppi di Arvaiheer, la comunità di Ulaanbaatar accoglieva le missionarie e i missionari in arrivo e li accompagnava nel primo in- serimento. Ma già fin dai primi anni ci misurammo con la formazione di una piccola comunità cristiana nascente, in un quartiere periferico della capitale, vi- cino all’aeroporto. Anche qui si creò un gruppo, che faceva capo alla parrocchia più vicina, nel territorio in cui viviamo; diverse di quelle persone divennero poi punti di riferimento perché altre incontrassero il Vangelo: due ragazze sono oggi in formazione nelle Filippine, per diventare catechiste qualificate a ser- vizio della Prefettura Apostolica. Oltre allo studio della lingua e cultura, abbiamo sem- pre cercato di offrire un contributo qualificato alle attività della Chiesa locale: catechesi, incontri forma- tivi, assistenza ai poveri, collaborazioni con gli uffici della Prefettura. Nel tempo ci sembò che il nostro APRILE 2013 MC 49 © AFMC/G Marengo servizio in città potesse anche prendere la forma di un apostolato diretto, in una zona dove non ci fossero ancora presenze cattoliche. Anche questa volta portammo avanti una riflessione comunitaria, per pianificare la nuova apertura in contesto cittadino. Facemmo un’accurata ricerca sul campo, che ci portò a individuare nella periferia nord della città l’area di un futuro inserimento. Solo re- centemente abbiamo concluso una lunga trattativa per l’acquisizione di un terreno in quella zona, piutto- sto degradata, dove speriamo di avviare presto la no- stra presenza; la frequentazione della gente del luogo e il vivere lì ci daranno elementi validi per discernere come realizzare il centro di «spiritualità ed evange- lizzazione» che ci sembra di poter offrire alla Chiesa in Mongolia. Quando le forze missionarie lo consenti- ranno, esso potrà offrire occasioni di primo annuncio e attenzione ai poveri; nelle nostre intenzioni rappre- senterà anche la possibilità di ritirarsi dal caos del centro cittadino per ritrovare se stessi nella pre- ghiera e condivisione. LA TENDA DELLA CONSOLATA Dieci anni di presenza in un paese dalla storia mille- naria sono come una goccia d’acqua. Intanto però la Consolata ha potuto piantare la sua tenda nella terra di Gengis Khan. È questo un paese dove l’inseri- mento può essere pesantemente condizionato dal clima molto freddo, dalla peculiarità e complessità dei riferimenti culturali (p. es. la lingua) e dal carat- tere rarefatto delle relazioni, vista la bassissima den- sità di popolazione. Il senso di isolamento che si av- verte può essere molto forte. Eppure ci sentiamo enormemente arricchiti da tutto questo. L’immagine biblica che forse più ci accompagna è quella del piccolo seme gettato nel campo; essa esprime bene quello che sperimentiamo di fronte alla sproporzione tra le esigenze della missione e la no- stra povertà. Ma abbiamo toccato con mano quanto tale povertà possa diventare feconda, se messa nelle mani di Colui che guida la storia e le nostre vite. E al- lora continuiamo il cammino, da fratelli e sorelle, sperando di incrociare un giorno lo sguardo adulto del nostro Nudee. P. Giorgio Marengo © AFMC/D Giolitti
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