Missioni Consolata - Aprile 2013
missione che li aveva visti nascere dal beato Alla- mano. Il gruppetto si trovò per un mese di convi- venza tra Nepi (Viterbo) e Roma, nella primavera del 2003. E già in quei primi passi di conoscenza reci- proca e formazione sperimentò il passaggio della croce per la malattia improvvisa di padre Paolo Fe- drigoni, anch’egli destinato alla Mongolia, ma sosti- tuito da padre Ernesto Viscardi, che raggiunse il gruppo a inizio 2004. Anche suor Sandra Garay, pur avendo partecipato al cammino di preparazione, si unì al gruppo qualche mese più tardi. Il mandato delle due Direzioni Generali era essen- ziale: iniziare questa nuova presenza puntando sulla comunione tra di noi e senza troppi traguardi da rag- giungere, perché quelli li avremmo scoperti insieme, sul posto. E così partimmo: era il luglio 2003. I nostri confratelli della Corea furono i primi a accoglierci in terra asiatica, mentre sbrigavamo le formalità per ottenere il visto dall’ambasciata mongola di Seoul. Durante quei giorni ricevemmo una chiamata di mons. Padilla: «Abbiamo trovato per voi due alloggi in affitto nello stesso condominio; vi aspettiamo al- l’aeroporto». Pochi giorni dopo volammo verso Ulaanbaatar: sentendo gli annunci in mongolo delle assistenti di volo ci chiedevamo quando mai avremmo imparato a esprimerci in una lingua così difficile… Fu proprio la lingua la priorità alla quale dedicammo i primi tre anni di presenza nella capitale: tornammo sui banchi di scuola per cercare di assimilare suoni impronunciabili e capirne la grammatica, oltre che per introdurci al mondo culturale di questo poco co- nosciuto paese dell’Asia Centrale. N udee adesso ha 10 anni. Il suo è un so- prannome e si riferisce agli occhietti vi- spi che spiccano sul suo volto minuto. Lo abbiamo conosciuto quando lottava per sopravvivere, tra gli stenti di una famiglia troppo provata; oggi è un ra- gazzino vivace e sano che ha ripreso a vivere e spe- rare. Guardandolo, ci viene da pensare che la nostra presenza in Mongolia ha la sua stessa età. Compiamo anche noi 10 anni di Mongolia: quella che ci sembra una giornata ininterrotta, neanche poi così lunga, ne- gli occhi di Nudee è già una vita. Breve, ma intensa, ricca di incontri, esperienze e strade percorse. I PRIMI INIZI Prima di partire da Roma, di mons. Padilla sapevamo solo che era il Prefetto Apostolico di Ulaanbaatar che aveva benevolmente accolto la delegazione dei missionari e missionarie della Consolata nel 2002, di ritorno dalla Cambogia, la quale inizialmente sem- brava dovesse essere il nostro nuovo campo di apo- stolato. E qui già una sorpresa, la prima di tante che la Provvidenza ha seminato nella nostra storia: in- vece che in Cambogia, i nostri due Istituti scelsero la Mongolia, la cui situazione richiedeva forze missio- narie che si dedicassero all’evangelizzazione, al dia- logo interreligioso e alla consolazione dei poveri; queste le uniche grandi linee-direttrici consegnate al primo gruppo di partenti: i padri Juan Carlos Greco e Giorgio Marengo, le suore Lucia Bortolomasi, Ma- ria Ines Patino e Giovanna Maria Villa. Sì, un gruppo misto, per espressa volontà dei due Istituti, che in- tendevano riprendere quella comunione di vita e APRILE 2013 MC 47 MC PICCOLA MA VIVACE UNA STORIA DI PROVVIDENZA DI G IORGIO M ARENGO Arrivati senza progetti prefabbricati, hanno cercato la loro via attraverso il confronto, dialogo e discernimento: oggi i missionari e le missionarie della Consolata in Mongolia sono 11, distribuiti in due comunità, nella capitale e nella cittadina di Arvaiheer. DA 10 ANNI I MISSIONARI DELLA CONSOLATA IN MONGOLIA © AFMC/D Giolitti
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