Missioni Consolata - Aprile 2013
44 MC APRILE 2013 Non eravamo tanto preoccupati delle difficoltà e delle sfide che ci circondavano, come inverni molto rigidi, barriere linguistiche, mancanza di comodità, fortissima adesione della popolazione a buddismo, sciamanesimo e islam, presenza di altre denomina- zioni e sette cristiane, assenza di fedeli cattolici locali e di qualsiasi edificio sacro. Personalmente presi tutto questo come aspetti positivi della vita missio- naria. Tali condizioni ci offrivano una sfida e un’op- portunità. Eravamo fortemente convinti che quel Dio che ci chiamava e ci mandava in Mongolia fosse pre- sente già da tempo nelle vite ordinarie dei fratelli e sorelle mongoli, anche prima del nostro arrivo. Tale pensiero era uno sprone per crescere nell’apprezza- mento e nella comprensione delle realtà concrete del paese e della gente. LA CHIESA IN MONGOLIA OGGI Guardando indietro a questi primi 20 anni di pre- senza della Chiesa cattolica in Mongolia, siamo lieti di ripetere come il salmista: «Grandi cose ha fatto il Signore per noi: eravamo pieni di gioia» (126, 3). Dai 3 pionieri, siamo passati a 81 missionari di 22 dif- ferenti nazionalità e di 13 istituti e gruppi religiosi di- versi; da una popolazione cattolica pari a zero, oggi sono circa 835 i mongoli entrati nella Chiesa cattolica attraverso l’iniziazione cristiana; molti di più sono quelli già introdotti nella fede cattolica e che sono ac- compagnati dai missionari con differenti programmi di catechesi. Con il rilevante aumento del personale (missionari e collaboratori locali) continuano a crescere ed evol- versi attività pastorali, sociali, educative, umanitarie caritative e di sviluppo: tutti progetti diretti al mi- glioramento della situazione della povera gente. Ora la missione può vantarsi di avere 5 parrocchie e altrettante postazioni missionarie con estesi servizi sociali; 2 centri per i bambini di strada; una casa per anziani; 2 asili Montessori; 2 scuole elementari; un centro per bambini disabili; una scuola tecnica; 3 bi- blioteche con sale di studio e strutture informatiche; un ostello per giovani universitarie, anch’esso dotato di sala studio e servizi informatici; vari centri per at- tività giovanili; 2 cooperative agricole; un ambulato- rio con laboratorio; un Centro di ricerca Mostaert; programmi di lingue... La Caritas Mongolia porta avanti programmi di escavazione e riparazione di pozzi profondi, costruzione di case per indigenti, agricoltura sostenibile, sicurezza alimentare, servizi e assistenza nelle zone rurali, lotta al traffico di es- seri umani. Inoltre abbiamo un centro per ritiri spiri- tuali, centri con programmi per alleviare la povertà, offriamo borse di studio a studenti poveri e merite- voli di città e di campagna. La celebrazione dei 20 anni di vita della Chiesa catto- lica in Mongolia è stata segnata da altri eventi, come l’inaugurazione della scuola elementare della Prefet- tura e l’erezione della quinta parrocchia intitolata a «Maria Madre della misericordia» ( quella di Arvai- heer, vedi pag. 47-49, ndr ). Inoltre, siamo anche felici che due giovani mongoli sono oggi in un seminario della Corea del Sud, presso l’Università cattolica di Daejeon, per prepararsi al sacerdozio. Con tutto ciò, ora siamo in grado di guardare al fu- turo con più fiducia e speranza. Con pazienza e de- terminazione siamo decisi a raggiungere altra gente, non solo quelli che si sono già uniti a noi nella fede, ma anche quelli di cui ci prendiamo cura anche se non sono ancora battezzati. Tuttavia una frustra- zione si sta insinuando in questa Chiesa adolescente: circa il 23% dei battezzati non frequenta più i riti li- turgici; alcuni hanno già abbandonato la fede; un al- tro 15% è fuori alla ricerca di pascoli più verdi, spe- rando che, dovunque si trovino, continuino a prati- care qualche forma di vita cristiana.
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