Missioni Consolata - Marzo 2013

utile in caso di siccità nell’area di Mukululu, nel Nyambene, Meru. «Nel mondo ogni sei secondi muore un bambino di fame o di sete. Seicento bimbi ogni dieci minuti: un aereo che cade al suolo. È una cosa che dipende da noi: una distribuzione più giusta delle risorse. Poi l’acqua è legata a Gesù: quando dice “avevo sete”, si rife- risce a questo». UN PO’ COME LA MALARIA Concludiamo l’intervista chie- dendo a don Mantelli chi glielo fa fare di lavorare con tanta inten- sità a 68 anni. Lui ride sornione. Negli occhi si accende un guizzo di ironia: «Forse è una malattia, un po’ come la malaria, che quando ti entra rimane latente… La pensione è come l’anticamera del Paradiso. “Finalmente, dopo aver lavorato e faticato, sei in me e mi ringrazia perché vede cosa accade nel mondo. Non che così annulli la sofferenza, perché certi dolori non li puoi mai vin- cere, però…». Dopo Haiti è stato in India e Myanmar, e infine in Palestina. «L’ACQUA… UN BENE PREZIOSO» Per il 2013 la fondazione mago Sales ha assunto due progetti dei missionari della Consolata in Kenya, entrambi relativi all’ac- qua. Il primo riguarda la costru- zione di vasche di raccolta di ac- qua piovana a Karare, Marsabit, nel Nord, zona desertica in cui la- vora suor Serafina: già finanziato nel 2012, il progetto è solo all’ini- zio. Il secondo, noto ai nostri let- tori ( si veda MC gen.-feb. 2013, p. 29 ) e agli estimatori di fratel Ar- gese, riguarda la costruzione di una diga per raccogliere acqua pensione, ti puoi riposare!”, asso- miglia a preghiere come: “L’e- terno riposo…”. Che monotonia! Io mi auguro che il Paradiso non sia così. Sarebbe una rottura». Poi ritornando un po’ più serio, aggiunge: «Quando smetterò di fare spettacoli mi metterò a scri- vere e a leggere… e a pregare. Ho un compagno che si chiama don Lajolo, anche lui vive come me fuori comunità. Ha messo su tre case per i tossicodipendenti. Da un anno ha mollato tutto per vi- vere ad Assisi come un eremita: la preghiera è la sua vita. Ho pen- sato che ha fatto bene. Non so, sarà una mia tentazione…». Il mago Sales nel corso del nostro incontro ha già parlato della pre- ghiera: «È un punto su cui sto fa- cendo un esame di coscienza» ci ha detto. «A un certo punto, quando sei sempre in mezzo alla gente, vorresti chiudere un po’ il sipario». Forse per lui andare in «pensione» sarebbe come chiu- dere un’ultima volta il sipario e rimanervi dietro definitivamente. Una condizione ambivalente: da un lato desiderata, dall’altro te- muta, come quando si cerca la verità su se stessi. «Il backstage è il momento in cui rifletti! La crisi di molti che fanno rappre- sentazioni è questa: chiudi il si- pario, e nel backstage cos’hai? Se non si ha qualcosa dentro, come la preghiera… c’è chi si butta nella droga, nell’alcool. Dopo gli applausi, arriva il momento in cui devi fare i conti non con quello che presenti, ma con quello che sei». Luca Lorusso MARZO 2013 MC 61 MC ARTICOLI # Il mago Sales. Qui sopra : in Cambogia; a destra : con Giovanni Paolo II; qui sotto : in Brasile con gli indios dell’Amazzonia. Pagina accanto, da sopra : in Sudafrica e in Thailandia.

RkJQdWJsaXNoZXIy NTc1MjU=