Missioni Consolata - Marzo 2013

40 MC MARZO 2013 OSSIER C ome sta cambiando, nel nostro paese, l’immagine dei missionari e della mis- sione? Vale a dire: a mezzo secolo dal do- cumento conciliare Ad gentes e dalla de- finitiva decolonizzazione, a oltre venti dalla fine dell’utopia comunista e oltre dieci dall’11 settembre 2001, nel contesto di un mondo in fuga (T. Giddens) e sempre più globaliz- zato. E mentre la storia sembra al di fuori del nostro controllo, e noi non sappiamo dove stiamo andando. Le prime grandi missioni delle chiese cristiane fuori dall’Europa - dopo la stagione pionieristica del primo millennio d.C. - erano intrecciate al colonialismo, dal sedicesimo al ventesimo secolo: spagnoli e porto- ghesi portavano con sé i loro frati mendicanti, così come olandesi e inglesi i loro missionari protestanti. I missionari potevano, di volta in volta, sostenere o criticare i conquistatori, ma avevano in comune il senso di dove la storia si stava dirigendo: verso il do- minio occidentale del mondo. Verso la civiltà cri- stiana. Un dato che, in ogni caso e al di là della buona fede dei singoli, determinò il panorama della scena missionaria. Nella seconda metà del secolo scorso, la missione si è TRE INTELLETTUALI «LEGGONO» LA MISSIONE IN ITALIA L’IMMAGINE DEL MISSIONARIO DI B RUNETTO S ALVARANI Una società che cambia. Un ruolo e un’immagine quelli dei missionari, che attraver- sano i secoli. Ma cosa sono oggi i missionari nell’immaginario collettivo italiano? Lo abbiamo chiesto a personaggi «non sospetti». © Af MC/L Lorusso 2011

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