Missioni Consolata - Marzo 2013
H a fatto conoscere al pubblico i volti dei grandi protagonisti della chiesa, del mondo missionario, delle religioni. Ha anticipato l’attenzione di massa su temi caldi come la giustizia e la pace, la salva- guardia del creato, i nuovi stili di vita, il dialogo tra le fedi. Di più: negli scritti dei pionieri e an- ticipatori della sua avventura, per prima diede voce ai popoli di quello che allora veniva chiamato «il terzo mondo», e riuscì a focalizzare i riflettori mediatici su di esso, sulle sue emergenze - la fame, l’anelito all’indi- pendenza - e soprattutto sulle sue ricchezze, a comin- ciare dalla rivendicazione del proprio protagonismo. L’Emi, Editricemissionaria italiana , ne ha fatta di strada negli ultimi quarant’anni. L’UNIONE FA LA FORZA Ad aprile questa vitale espressione degli istituti ad gentes italiani festeggerà l’anniversario di quell’esperi- mento che - era il 1973 - vide in prima fila comboniani, missionari della Consolata, Pime e saveriani. L’idea era ridare slancio a una proposta culturale av- viata negli anni Cinquanta da alcuni membri dei quat- tro istituti, le cui case editrici avevano cominciato a curare insieme una collana di teologia della missione e una per la conoscenza dei popoli. «In quegli anni si vi- veva un entusiasmo missionario oggi inimmaginabile», ricorda padre Piero Gheddo, del Pime, tra i promotori di quella primissima iniziativa insieme al saveriano Walter Gardini. «In quel clima, favorito da tre encicli- che, la Evangelii praeconese, la Fideidonum di Pio XII e la Princeps pastorum di Giovanni XXIII, nacquero anche la Federazione della stampa missionaria ita- liana (Fesmi), i primi congressi del laicato missionario italiano, l’équipe di visitatori missionari dei seminari italiani - continua padre Gheddo - e, ancora, assi- stemmo alla partenza dei primi sacerdoti fidei donum , nel 1957, o alla nascita delle “Settimane di studi missio- nari” dell’università Cattolica, nel 1960». A metà degli anni Sessanta, tuttavia, le pubblicazioni unitarie degli istituti missionari cominciarono, per va- rie ragioni, a languire. L’entusiasmo originario si era affievolito, forse anche per la sensazione di un dimi- nuito interesse del pubblico. Fu allora che entrò in MARZO 2013 MC 37 gioco un giovane comboniano, padre Ottavio Rai- mondo, che nel ’67 era stato assegnato dai suoi supe- riori alla casa editrice Nigrizia. Padre Raimondo riuscì a vincere lo scetticismo degli altri missionari coinvolti nell’edizione delle due collane comuni, per fare un tentativo nuovo: «Nel 1973 i quat- tro istituti maschili decisero di congelare per quattro anni le rispettive editrici, per farle confluire tutte nel- l’Emi, senza però che ancora avesse una personalità giuridica», racconta padre Ottavio, che sarebbe poi di- ventato il direttore «storico» dell’editrice missionaria, guidandola per 21 anni. «Ci dicemmo: “Vediamo se funziona, altrimenti torne- remo ognuno alle nostre attività”». Invece, indietro non si tornò più. I primi anni di attività diedero subito frutti positivi, e il 17 novembre 1977 nacque la coopera- tiva Sermis (Servizio missionario), con lo scopo di dare autonomia giuridica all’Emi, la cui sede fu fissata a Bologna, e tenere aperta la porta ad altre iniziative in campo culturale (come sarebbe successo nel 1997, con la nascita dell’agenzia di stampa Misna ). Ben presto, ai quattro soci fondatori si aggiunsero al- tri istituti, maschili e femminili, fino a raggiungere il numero attuale di quindici: società delle missioni afri- cane, missionarie di Nostra Signora degli Apostoli, missionarie comboniane, padri bianchi, verbiti, missio- narie della Consolata, segretariato unitario per le mis- sioni dei cappuccini, missionarie secolari comboniane, comunità redemptorhominis, missionarie dell’Imma- colata e saveriane. LE INTUIZIONI «Le nostre intuizioni più importanti, in origine, furono due», spiega padre Ottavio facendo un bilancio di que- sti decenni. «Da una parte, gli istituti si resero conto che per incidere nella realtà italiana, portando sul ter- ritorio l’ idea dellamissione , dell’alterità, della diver- sità, era necessario unirsi, sia per ottimizzare le ener- gie sia per ovviare a una certa auto referenzialità di ognuno. Dall’altra, l’Emi diede spazio alle voci delle giovani chiese del Sud del mondo, di cui, negli anni del dopo Concilio, si sentiva il bisogno di conoscere la grande vitalità e ricchezza. Traducevamo i documenti delle Conferenze episco- 1973 - 2013: STORIA DI UNA PICCOLA-GRANDE CASA EDITRICE PAGINE «MISSIONARIE» DI C HIARA Z APPA Era il 1973. All’inizio furono in quattro. Oggi gli istituti missionari che sostengono la Emi sono 15. Grazie ad alcune intuizioni precise, la casa editrice seppe riempire uno spazio culturale prima vuoto. L’attuale crisi dell’editoria la scuote, ma l’Emi sa rinno- varsi. Parlano i testimoni di ieri e di oggi. MC MISSIONE DI CARTA
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