Missioni Consolata - Marzo 2013
32 MC MARZO 2013 «RENDETE A CESARE QUELLO CHE È DI CESARE» (Mc 12,13-17; Mt 22,15-22; Lc 20,19-26) «Non abbiamo altro re che Cesare... Non avrai altri dèi di fronte a me» (Gv 19,15; Es 20,3) a cura di Paolo Farinella, biblista Così sta scritto DALLA BIBBIA LE PAROLE DELLA VITA (73) MC RUBRICHE PREMESSA C on gennaio-febbraio 2013 abbiamo concluso il commento del racconto dello sposalizio di Cana, riportato nel vangelo di Giovanni al capitolo 2. In totale appena undici versetti che ci hanno impegnato per quattro anni, avendo iniziato nel febbraio 2009. È la prova che una vita sola non basta per leggere in profondità tutta la Bibbia o anche una parte di essa. Se fossimo riusciti a suscitare anche solo un po’ più di rispetto per la Parola di Dio, il nostro obiettivo, come autore e come rivista, sarebbe raggiunto. Di fronte a ogni singola parola di Dio dobbiamo avere un sentimento di «ascolto» interiore, perché essa non si esaurisce nel si- gnificato immediato, ma esige di scendere in profondità, perché Dio è inesauribile. Se poi fossimo riusciti anche a suscitare un atteggiamento di rispetto che ci impedisca di «improvvisare», allora saremmo proprio contenti e penseremmo di avere reso un servizio a noi e alla Chiesa. Il nemico più pericoloso della Scrittura è l’improvvisazione e il pressapochismo. Ora cominciamo un nuovo ciclo. Per la verità avevo pensato di sospendere per un po’ questo servi- zio, per me molto impegnativo sotto ogni punto di vista (e anche costoso per l’aggiornamento); ne ho parlato anche con qualche amico che legge MC. Per poco non mi scomunicavano, dicendomi che parlavano anche a nome di altri. Ho ricevuto, infatti, dai nostri lettori molti inviti a continuare. Li ringrazio tutti per le loro parole affettuose e riconoscenti. Mi ritengo un servo della Parola e nulla di più. Ho riflettuto molto, prima di prendere una decisione, e ora sono in grado di comuni- care il mio progetto ai lettori di MC che, pur non conoscendoli, sono parte di me e del popolo con cui condivido l’Eucaristia e la ricerca di Dio. Con la prossima primavera, dopo Pasqua, verso la fine di aprile, inizierò nella mia parrocchia di Genova una «Scuola di Sacra Scrittura», un corso biblico organico e al contempo elementare, par- tendo dal presupposto che non conosciamo la Bibbia. Noi cattolici siamo soliti «sentire» la Parola di Dio quasi esclusivamente nella Liturgia, quindi in forma discontinua, ma poco sappiamo del «li- bro» in sé, la sua storia, il travaglio della sua formazione, i tempi della sua scrittura, dopo la sedi- mentazione della trasmissione orale. Molti dicono che si sono cimentati nella lettura della Bibbia, ma poi si sono dovuti arrendere perché «non ci capisco niente». È ovvio che ciò accada, perché ai cattolici manca la conoscenza delle chiavi di lettura, gli strumenti storici, letterari e religiosi per capire la mentalità delle scritture, il contesto storico, l’ambiente geografico e le circostanze delle varie fasi. Non possiamo leggere la Scrittura con la nostra men- talità occidentale perché essa è sintesi di una grande esperienza, un libro nato in Oriente e svilup- patosi in una cultura diversa dalla nostra, con linguaggi diversi dai nostri e con strumenti che bi- sogna conoscere. Già negli anni ’20 Pio XI diceva agli alunni del Seminario Lombardo che «spiri- tualmente noi siamo semiti» ed è pertanto necessario acquisire una mente semitica, se vogliamo cogliere il senso proprio della Scrittura e dei suoi singoli libri. Alla luce di questa premessa, sollecitato, pressato e «minacciato» dalla mia comunità, ho deciso di mettermi all’opera, iniziando un percorso che non so quando finirà, ma nel quale spero di riu- scire a offrire almeno gli strumenti necessari perché ciascuno possa cominciare a leggere e a pregare la Bibbia come il libro-codice della fede. Dopo un’ introduzione sulla composizione della Bibbia e la sua divisione, il corso prevede la lettura esegetica, centellinata, cioè approfondita dei primi 11 capitoli della Genesi, la storia dei Patriarchi nomadi da Abramo a Giacobbe, la grande epopea dell’esodo, che è l’atto fondativo di Israele come popolo, i profeti, l’esilio, la letteratura sa- pienziale, la preghiera sedimentata nei Salmi per giungere al dominio romano e alla diaspora d’I- sraele. In un secondo momento si passerà al Nuovo Testamento. Tutto questo esige preparazione, studio e tempo, molto tempo.
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