Missioni Consolata - Marzo 2013
MACEDONIA 30 MC MARZO 2013 conda, e soprattutto la terza ge- nerazione. Rimane da vedere se prevarrà la «volontà» di sentirsi italiani al 100% o se la crisi o i casi di discriminazione subita porteranno a un ripiegamento sulle proprie origini e a ipotesi di # Qui a destra : uno dei segni della storica presenza cristiana nel paese, il monastero sul lago di Oh- rid. Pagina accanto : la bandiera della Macedonia con il «Sole di Ver- gina», simbolo legato ad Alessandro Magno. zare il demone della contamina- zione sovversiva a cui l'emigra- zione espone e che la naturaliz- zazione consacra». La vera prova dell'integrazione o del mantenimento dei legami con la terra di origine sarà la se- marla e biasimare il naturaliz- zato, ma bisogna sacralizzare (nel senso forte del termine) la comunità e l'appartenenza inde- fettibile (un tipo di fedeltà asso- luta) alla comunità in quanto gruppo sociale, e sacralizzare a sua volta il gruppo in quanto struttura o insieme di strutture comunitarie - che è ciò che suc- cede, ad esempio, coi matrimoni. Bisogna sacralizzare i legami che uniscono tra loro i vari membri della comunità, soprat- tutto quando sono dispersi, e i legami che li uniscono alla co- munità, soprattutto quando ne sono separati, per poter esorciz- N onostante siano paesi confinanti, i collegamenti tra la Macedonia e la Grecia non sono facili. Da Skopje a Salonicco c'è un solo autobus al giorno e i treni non sono garantiti. Il mezzo più «comodo» e ve- loce è quindi il taxi privato anche se non tutti i tassisti se la sentono di attraversare il confine o chiedono un compenso extra per le questioni che potrebbero na- scere alla frontiera. Questo perchè le relazioni tra i due paesi, così come l'ingresso della Macedonia nella Nato e nell'Unione eu- ropea, sono ancora ad un punto morto a causa della di- sputa sul nome. Se ripercorriamo la storia possiamo capirne i motivi. L'8 settembre del 1991 la «Repubblica socialista di Ma- cedonia», una delle sei entità statuali che costituivano la federazione jugoslava, dichiara la propria indipen- denza in seguito a un referendum e il 17 novembre dello stesso anno il parlamento di Skopje adotta la costitu- zione della «Repubblica di Macedonia». Nel 1992 con l'i- dea di costituire la «Grande Macedonia» il nuovo go- verno di Skopje stampa carte geografiche che com- prendono anche la Macedonia dell'Egeo nella loro neo- nata nazione, battendo anche cartamoneta con la Torre bianca, emblema di Salonicco, seconda città greca. Queste iniziative secondo l'esperto macedone Risto Ka- rajkov «hanno provocato la Grecia, per niente disposta a cedere nome, storia e identità macedone alla Macedo- nia, appunto, e che le ha bollate come mire espansioni- stiche di Skopje sulla Macedonia dell'Egeo. La Grecia ritiene, inoltre, che il nome “Macedonia” sia parte esclusiva della propria storia e della propria eredità culturale, e sostiene che, prendendo questo nome, il proprio vicino settentrionale utilizzi indebitamente questa eredità». Le definizioni contemporanee di Ma- cedonia, però, potrebbero essere considerate dubbie, poiché i limiti della regione geografica «Macedonia» sono stati spostati diverse volte nel corso della storia. Rudy Caparrini su mondogreco.it riporta la definizione dei confini della Macedonia data dai geografi: «Quella vasta area della penisola balcanica (66mila chilometri quadrati) suddivisa oggi fra Fyrom, Grecia, Bulgaria e Albania. [...] Oltre la metà della superficie complessiva di tale regione, però - specifica più avanti -, appartiene alla Grecia (precisamente 34.231 kmq) mentre solo poco più di un terzo è parte della Fyrom (Ex Repub- blica Yugoslava di Macedonia). Mai nella storia, inoltre, è esistita un'entità sovrana denominata semplicemente Macedonia». Anche se è vero che il Regno di Macedo- nia, a cui la regione odierna deve il suo nome, era si- tuato quasi interamente dentro i confini greci, com- prendendo una piccolissima parte di ciò che oggi è la regione. DALLA JUGOSLAVIA A OGGI TRA SKOPJE E ATENE, UN NOME DI TROPPO Fino al 1991 è stata la «Repubblica socialista di macedonia». Oggi è un paese senza un nome condiviso. Tanto facile è stato il distacco dalla Federazione jugoslava quanto complicate sono le relazioni tra Skopje e Atene. © Matteo Torregiani
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