Missioni Consolata - Marzo 2013

MC ARTICOLI I cristiani TRA LE MINORANZE I cristiani in Laos sono circa 140mila (poco più del 2% della popola- zione) e di questi meno della metà (forse 50mila) sono cattolici. En- clave cristiane si trovano soprattutto tra le minoranze etniche (a partire da quella Hmong, perseguitata per la fede ma anche per il suo ruolo di supporto agli Usa nel conflitto indocinese). La Chiesa cattolica locale, che ha nell'attuale vicario apostolico di Vientiane, l'Oblato mons. Jean Khamsé Vithavong, il suo esponente più conosciuto anche all'e- stero, è organizzata nei vicariati apostolici di Vientiane, Luang Prabang (la cui sede è al momento vacante), oltre a quelli di Paksé e Savan- nakhet (Thakhek) e serve una comunità formata in maggioranza di vietnamiti naturalizzati nel paese e concentrati nei centri maggiori o nelle aree irrigue a ridosso del Mekong. Se le pratiche di culto sono so- stanzialmente libere, diversa è la situazione delle autorità ecclesiali e dei religiosi, sottoposti a controllo delle autorità, come pure stretta- mente regolati sono il sostegno materiale e il personale di supporto pro- veniente dalla vicina Thailandia. Le vocazioni sono numerose rispetto ai piccoli numeri della Chiesa locale, ma mancano i formatori, e i pochi sacerdoti locali sono preparati nel piccolo seminario (non definito tale ufficialmente) di Savannakhet. Nel campo dell'istruzione formale, danno un contributo le suore di san Paul de Chartres, le suore di san Vincenzo de Paoli, i salesiani. Sebbene non tutte riconosciute ufficialmente e in alcuni casi persegui- tate, sono circa 400 le Chiese o congregazioni protestanti presenti in Laos con un crescente numero di battezzati, in particolare tra le mino- ranze etniche. I già citati Hmong, cristianizzati per il 20-25%, ma anche tra gli Yao, Khmu e Brou. Anche a Vientiane, come in molti altri centri urbani, la presenza protestante va crescendo, in parte come reazione alla persecuzione di un passato non troppo lontano e a un'emargina- zione ancora presente di alcuni gruppi etnici, in parte approfittando di una libertà oggi maggiore sebbene sotto tutela. Ste.Ve. profonde vallate disposte in dire- zione Nord-Sud e dai fiumi che permettono un rapido accesso, almeno nei periodi più propizi alla navigazione, dalla Cina meri- dionale alle fertili pianure della Cambogia e della Thailandia. Il continuo passaggio, e in parte la sedentarizzazione di popolazioni di diversi ceppi etnici e linguistici, non poteva non lasciare una trac- cia e, nello stesso tempo, non po- teva non creare una situazione di costante incertezza nella sua sto- ria tormentata. I vari regni Thai in Laos, di cui il primo fu fondato nel 1360, ebbero come sfondo regioni poco ospi- tali, caratterizzate da profonde valli fluviali, montagne ricoperte di fitte foreste, un territorio com- plessivamente povero e difficile da controllare e organizzare. Le popolazioni Mon (Hmong) soggio- gate non avevano saputo o po- tuto, in un tale contesto, svilup- pare una cultura avanzata, come invece avevano fatto i Mon della Cambogia 2 , del Siam (Thailandia) e della Birmania (Myanmar). Di conseguenza il passato di cui i Lao (debitori di molto agli antichi Mon) sono oggi fieri è un passato in gran parte concesso o imposto loro. La religione induista non ha la- sciato tracce degne di nota e le tradizioni animiste, per quanto fortemente presenti, sono inevi-

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